La terra delle tre punte – Trinacria per i Greci, Sicilia per l’uomo moderno – è una meta di moda, perfetta per un weekend di inizio estate, ma ancora meglio per una vacanza lunga o a tappe periodiche: il viaggiatore vi torna sempre felice, trascinato da una sorta di “mal di Sicilia”. E’ infatti impossibile girarla tutta in una volta; noi iniziamo con un itinerario affascinante e ricco di quegli elementi emblematici della vacanza siciliana: storia, arte, mare, buon cibo, senso di libertà, fascino dei contrasti.
Approdiamo nel piccolo pittoresco e colorato porto di Sciacca, costa sud occidentale dell’isola; a guardarlo si raccoglie un’immagine che ispira i poeti, una scena verista, che fa trattenere il fiato. Attendere i pescherecci impegnati dalla notte nella pesca di acciughe, gamberi rossi, pesce azzurro in genere o piccoli tonni, e vivere da vicino l’animarsi del mercato quotidiano sul molo è non solo un piacere per la tavola (pensiamo a quali squisite grigliate possiamo permetterci a buon prezzo), ma anche uno spettacolo genuino di vita marinara, d’altri tempi ed insolito. Non può mancare la granita, al limone o alle fragoline: si prende al Bar Roma dallo zio Aurelio, un’istituzione. Una rampa in salita, poi una scalinata suggestiva portano il nostro viaggiatore dal porto direttamente alla piazza Scandaliato, belvedere centrale, luogo di struscio, perfetto punto di osservazione di tramonti rosso fuoco. Lo shopping locale si fa nelle botteghe artigiane di ceramiche decorate secondo la tradizione, disseminate lungo tutti i vicoli del centro storico.
Si visiterà la Chiesa sconsacrata di Santa Margherita, una meraviglia di stili, gotico e rinascimentale all’esterno, barocco all’interno, fondata nel 1342 da Eleonora di Aragona e poi rimaneggiata nel corso dei secoli. Era una delle più ricche chiese della zona, tanto che gli anziani raccontano che il suo pavimento di maiolica venisse lavato una volta all’anno con il moscato. Camminando su via Vittorio Emanuele ci si imbatte nell’austero palazzo Steripinto in stile siculo-catalano del XVI secolo, con facciata interamente coperta di bugne di pietra a punta di diamante, come fosse una fortificazione. Se per cena si punta al pesce bisognerà fermarsi da Pane e Vino (www.paneevinoristorante.it ) per la caponata di pesce, i ravioli al pistacchio e gamberi rossi di Mazara, oppure a pochi chilometri da Sciacca, a Ribera, ci si accomoderà alla tavola di Fellini (www.ristorantepizzeriafellini.com ) per la catalana di crostacei, la tagliata di tonno con pesto, la frittura di gamberi rossi di Mazara con soffice maionese espressa. Per dormire il punto di riferimento di lusso è il Verdura Resort (www.roccofortehotels.com/hotels-and-resorts/verdura-resort/ ), luogo magico immerso fra ulivi, vigneti, circondato da green per i golfisti, con una Spa ricercata e affacciato direttamente sul mare.
Spostandosi verso occidente si incontra Menfi, terra generosa che produce ottimo vino e superbo olio extravergine di oliva (fra tutti www.planeta.it ): luogo eletto a queste colture è la collina di Caparrina, che a fianco di quei frutti mostra una fitta e rigogliosa vegetazione di palme nane e gigli di mare di fronte ad una spiaggia solitaria e silenziosa su cui si incontrano tartarughe marine, upupe e gabbiani reali. Da vedere.
Tanto stupore poi di fronte al tempio di Selinunte: quel maestoso voto agli dei che è il tempio dorico davanti alle dune sabbiose della costa di Selinunte è una meraviglia. Le antiche monete della città ellenica raffiguravano una foglia, di sedano o di prezzemolo (dal greco sèlinon), che qui crescevano spontanei e che diffondono ancora un aroma speciale nell’aria. Da queste parti si pernotta alla Foresteria (www.planetaestate.it ), un wine resort con eccellente ristorante tipico, immerso nel verde della famiglia Planeta a poche centinaia di metri dal mare. Qui la cala esclusiva del Club Lido dei Fiori (accessibile agli ospiti del resort), bianca, con sabbia finissima, renderà la vacanza fuori dagli schemi.
Eccoci in arrivo al porto peschereccio di Mazara del Vallo, nome di origine araba che identificava la provincia occidentale della Sicilia; è uno dei maggiori centri di pesca del Mediterraneo, approdo brulicante di imbarcazioni variopinte e nel suo meltin’ pot si apprezzano le gradevoli, a volte forti, discordanze nell’aspetto della città, meta già da decenni di immigrazione progressiva in arrivo dal nord Africa. Se il nostro viaggiatore avesse un paio di ore libere un ottimo impiego del tempo sarebbe la deviazione verso l’entroterra per raggiungere la Santissima Trinità di Delia: isolata nella campagna su una dolce altura, immersa nel paesaggio campestre vicino al fiume Delia e al lago artificiale della Trinità, sorge una cappella in stile arabo-normanno risalente al XII secolo, un magnifico esempio di architettura e espressione antica di integrazione di culture (www.chiesadellasantissimatrinita.com ).
Anche Marsala ha un’origine araba, il suo nome deriva da “Marsa Allah” (porto di Dio), e la sua storia ci porta indietro nel tempo, nell’antichità. Una nave punica, reperto eccezionale rinvenuto proprio qua, è conservata e visibile presso il baglio Anselmi (con “baglio” si indicava una fortificazione che proteggeva le campagne, successivamente la grande e signorile struttura colonica destinata alla produzione del vino). Da visitare il museo degli arazzi che custodisce alcuni straordinari pezzi fiamminghi del XVI secolo dal grande valore. Il tessuto delle viuzze del centro, i colori delle facciate dei palazzi, sovente costruiti in tufo giallo-arancione, creano un’atmosfera “straniera”, che allo stesso tempo mette subito a proprio agio il viaggiatore. Bella la piazza della Repubblica, cuore del centro, con il Duomo secentesco costruito su un precedente edificio normanno, e il Palazzo Senatorio.
Eccoci a Trapani. Le stradine del centro vecchio appaiono curate, deliziosi gli scorci Ottocenteschi ai lati di Via Fardella. Da visitare il giardino pubblico Villa Margherita e il museo Pepoli, dove fra le altre opere si possono apprezzare gli straordinari reperti dell’artigianato del corallo del 1600 e 1700. Ma la più bella immagine che ognuno possa portare con sé della costa fra Marsala e Trapani è quella delle saline, da ammirare preferibilmente al tramonto: il ventaglio dei colori dorati e rossastri sul finire del giorno che attraversano la laguna tagliata geometricamente dalle vasche di sale e dai mulini a vento solitari sparsi qua e là (servivano per spostare l’acqua da una vasca all’altra) lasceranno un’impronta indelebile nella memoria.