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Migranti: Vienna manda i soldati al Brennero, Roma convoca l'ambasciatore

Cresce la tensione tra i due Paesi dopo che il ministro degli Esteri di Vienna ha annunciato che "difenderemo i nostri confini". Minniti: "Iniziativa ingiustificata". Parigi: "Aiutare sì, subire mai"

"I preparativi per i controlli alla frontiera con l'Italia non sono solo giusti ma anche necessari". A sostenerlo, in merito all'emergenza migranti, è il ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz, il quale annuncia che "difenderemo il nostro confine del Brennero se ciò sarà necessario". Un chiaro messaggio a Bruxelles e di Roma poiché "abbiamo accolto più persone di quanto non abbiano fatto gli altri stati europei".

La Farnesina convoca l'ambasciatore austriaco - Immediata la risposta della Farnesina, che ha convocato l'ambasciatore austriaco "a seguito delle dichiarazioni di Vienna circa lo schieramento di truppe al Brennero". A procedere è stato il segretario generale del ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, l'ambasciatore Elisabetta Belloni, che ha invitato alla Farnesina a Roma René Pollitzer, come si legge in una nota del ministero.

Cresce la tensione - Sull'altro fronte, però, il ministro austriaco Kurz sostiene che l'Ue deve chiarire che un soccorso attuato nel Mediterraneo non è un ticket per l'Europa. A suo avviso i profughi vanno respinti, oppure vanno fermati alle frontiere esterne e vanno portati su isole come Lampedusa.

L'Austria presidierà i confini con 750 militari - L'Austria, intanto, rincara la dose, e si dice pronta a schierare fino a 750 militari al Brennero se il flusso di migranti dall'Italia non diminuirà. Lo ha annunciato il ministro della Difesa austriaco, Hans Peter Doskozil, al quotidiano Kronen Zeitung. "Credo che molto presto saranno attivati controlli alle frontiere e ci sarà bisogno di un dispiegamento dell'esercito", ha dichiarato il ministro austriaco sottolineando che la misura sarà "indispensabile se l'afflusso di migranti dall'Italia non diminuisce". Quattro mezzi corazzati Pandur delle forze armate austriache sono già stati portati al Brennero.

Minniti: "Un'iniziativa ingiustificata" - Il ministro dell'Interno Marco Minniti definisce quella di Vienna "una iniziativa ingiustificata e senza precedenti" e dichiara: "Sono francamente sorpreso per le dichiarazioni del ministro austriaco Doskozil. Come risulta evidente, non c'è alcuna emergenza al valico del Brennero e i rapporti di cooperazione con la polizia austriaca funzionano perfettamente". E ha aggiunto: "Se tale iniziativa non sarà immediatamente corretta, comporterà inevitabili ripercussioni nella cooperazione in campo di sicurezza tra i due Paesi".

Alfano: "Il film dell'anno scorso" - Gli fa eco il ministro Angelino Alfano, che afferma: "Con l'Austria siamo al film dell'anno scorso: si parlava di muri ma poi si è visto che non passava nessun migrante: non c'è giustificazione per questo atteggiamento. Al Brennero non passa nessuno". 

Ue: "Nessuna notizia da Vienna" - La Commissione europea intanto fa sapere di non essere stata informata a proposito dei controlli di confine annunciati da Vienna, come riferisce una portavoce del commissario Ue per l'Immigrazione Dimitris Avramopoulos. Sono state lette notizie di stampa in proposito, spiega, ma "attualmente non abbiamo avuto nessuna comunicazione da parte dell'Austria".

La Francia: "Aiutare sì, subire mai" - In merito alla polemica interviene anche il premier francese Edouard Philippe, che parlando davanti al Parlamento riunito in seduta solenne a Parigi dichiara, a proposito della crisi migranti: "Accogliere sì, aiutare sì, subire no, mai". E spiega che la volontà del governo è ridurre il tempo di analisi delle richieste di asilo e allontanare effettivamente i profughi che non abbiano diritto a esso, in pratica i migranti economici.

Inoltre, Philippe annuncia entro la prossima settimana la riforma del sistema di asilo e nuove misure contro l'immigrazione irregolare, con una "esigenza di dignità" affinché la Francia "onori la sua tradizione di accoglienza dei rifugiati". Si punterà a ridurre il tempo medio per le pratiche "da 14 a sei mesi" a a ottenere l'allontanamento effettivo delle persone a cui è stato negato l'asilo.

La Svizzera rafforzerà i controlli alle frontiere - La Svizzera, intanto, si prepara a rafforzare i controlli e la presenza della polizia lungo le frontiere. Si tratta di una misura preventiva dettata dall'aumento degli sbarchi sulle coste europee: molti agenti affiancheranno i colleghi già impegnati in Ticino, Grigioni e Vallese. Nel 2016 le autorità elvetiche avevano messo a punto un piano contro l'immigrazione attraverso l'impiego dell'esercito lungo i confini.

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