Si chiudono le indagini per lo scandalo del "bagarinaggio online" sui biglietti dei concerti emerso in un'inchiesta de Le Iene: la procura di Milano ha contestato ai vertici di quattro società (Live Nation Italia, Di and Gi, Viagogo e Vivo) il reato di aggiotaggio - alterazione del mercato dovuta alla speculazione (al rialzo e al ribasso) dei prezzi dei tagliandi - e truffa ai danni dello Stato e della Siae per un totale di circa 2 milioni di euro.
Nell'avviso di chiusura delle indagini, il pm Adriano Scudieri ha spiegato come agiva il "sistema" fraudolento: gli organizzatori dei concerti italiani, sui loro siti ufficiali, mettevano a disposizione degli acquirenti un numero di biglietti inferiore a quello dichiarato; i restanti venivano rivenduti online su Viagogo - gestito dall'omonima azienda svizzera specializzata nel mercato dei ticket di eventi live - a un prezzo maggiorato. Le società organizzatrici ci guadagnavano, poiché prevedevano "sotto forma di consulenza la retrocessione del 90% dell'incasso, mediante fatture oggettivamente false".
Oltre alla truffa strettamente economica - 1,4 milioni di euro per lo Stato e 150mila euro per la Siae, dovuto a un "minore introito dei diritti d'autore" - gli organizzatori dei concerti avrebbero quindi divulgato presso il pubblico anche "false informazioni relative alla disponibilità dei biglietti, inducendo così gli utenti ad acquistarli a un prezzo estremamente più elevato". L'ipotesi iniziale di una presunta associazione a delinquere per truffa ai consumatori è stata scartata.
Live Nation: "Fiducia nella magistratura" - In una nota ufficiale, Live Nation ribadisce la fiducia nei confronti della magistratura e - sottolineando che è decaduta l'accusa di associazione a delinquere - si dichiara "certa di poter dimostrare l'inconsistenza degli illeciti ipotizzati dalla pubblica accusa" quando si aprirà la fase processuale vera e propria.
Vivo: "Imputazioni riguardano ex dirigente della società" - La Vivo Concerti precisa che il vertice attuale della società non è coinvolto nelle indagini e che ci si riferisce all'ex amministratore delegato, che non occupa più la carica dal settembre 2016.
DI and GI: "Estranei a qualunque condotta contestata" - La DI and GI, attraverso una nota del proprio legale, si dice stupita ed estranea ai fatti. "La DI and GI ha ha recepito con stupore tale notizia ritenendosi estranea a qualunque condotta contestata - si legge nel comunicato -, avendo nei tanti anni di operatività sul mercato, combattuto strenuamente tale attività a discapito degli Autori, Artisti e Pubblico pagante. La società toscana prende con fermezza le distanze da tali ipotesi accusatorie, convinta di poter serenamente dimostrare l'estraneità da tali comportamenti".