Dopo la denuncia pubblica di Oipa

Reggio Calabria, gatto tenuto incatenato sul balcone: infuria la polemica

La foto pubblicata su Facebook da Oipa, Organizzazione Internazionale Protezione Animali, ha scatenato la reazione del popolo dei social network in ansia per la sorte del felino

di Gabriella Persiani

© ufficio-stampa

Grande mobilitazione intorno a un gatto, un simil certosino adulto, tenuto "perennemente" alla catena su un balcone di Reggio Calabria, come riporta la denuncia. Appena la foto incriminata è stata postata sulla pagina Facebook di Oipa, Organizzazione Internazionale Protezione Animali, lo sdegno provocato ha avuto una risonanza straordinaria. Da tutta Italia gli utenti del social network hanno iniziato a chiedere aggiornamenti sul caso. "Ma la situazione è in divenire - precisa l'avvocato Annunziata Morello, delegato sezione Oipa Reggio Calabria e provincia e gestore dello sportello legale. - Dopo le numerose segnalazioni da parte di altri condomini  e dopo vani tentativi di raggiungere una soluzione per via bonaria, abbiamo presentato due denunce, presso la municipale di Reggio Calabria e attraverso le nostre guardie ecozoofile al Corpo forestale di Cosenza. E' pronto un esposto per la Procura della Repubblica. Siamo in attesa del lieto fine".

Da dove arriva la foto del gatto incatenato?
"Era allegata, con due video, alla segnalazione inviata al nostro sportello legale. Una segnalazione "condominiale" che ci ha fatto conoscere la storia di questo gatto tenuto alla catena su un balcone, privato della sua innata libertà e in stato di sofferenza con il caldo di questi giorni. Tutto il materiale è allegato alle denunce".

Come vi siete mossi dopo la segnalazione?
"Abbiamo mandato subito due volontarie a cercare di capire perché il felino si trovasse in quella situazione e vedere se la proprietaria, che aveva anche un altro gatto di cui non conosciamo la sorte e che detiene un cane in casa, volesse consegnarlo nell'impossibilità di tenerlo. Ma né a noi, né ai volontari della Lav ha aperto la porta: si è chiusa nel silenzio. A quel punto ho presentato le denunce. So che i carabinieri per ben due volte si sono recati sul posto per verificare la situazione, ma lei continua a non aprire".

Che soluzione c'è a questo punto?
"Se la signora consegna spontaneamente il gatto alle forze dell'ordine, c'è una volontaria subito disponibile a prenderlo in stallo e magari a cercargli una nuova casa. Altrimenti bisogna aspettare un giudice che firmi un mandato per poter accedere alla proprietà e per sequestrare l'animale. Abbiamo fatto tutto il possibile, non ci resta che aspettare che presto arrivi il lieto fine".

Cosa rischia la proprietaria?
"Rischia di finire in tribunale per maltrattamenti e la legge prevede in questi casi sanzioni penali".

Ma da quanto tempo va avanti questa storia?
"Non lo sappiamo, ma abbiamo saputo che prima il gatto era chiuso sul balcone, con la possibilità, però, di raggiungere gli altri balconi e il cortile. Poi è arrivata quella catena che gli permette appena di saltare sulla ringhiera. Cosa pericolosissima, perché più di una volta l'animale è stato visto penzolare pericolosamente, con il rischio di rimanere impiccato. E' un caso estremo, questo, ma qui al Sud sono tanti anche i cani tenuti alla catena...".

Qual è la morale?
"Nel caso specifico, sollecitare le autorità ad intervenire al più presto. In generale, gli animali da compagnia vanno tenuti in casa; chi non può tenerli, può rivolgersi alle associazioni sul territorio per trovare una soluzione consona. Chiedo a tutti di denunciare i maltrattamenti, che sono diffusi, ma senza denunce non possiamo quantificare la vastità del fenomeno ed arginarlo. E poi, parliamo anche di tante piccole realtà che amano e aiutano i randagi: non lasciamole sole".