Il (falso?) principe del Montenegro: "Io vittima di un complotto"
Mentre la magistratura indaga sulla sua identità, il sedicente nobile a "Dalla vostra parte" rilancia: "Perché mi hanno dato la scorta se dubitano di me?"
Stefan Cernetic, presunto, sedicente "principe di Montenegro", finito negli scorsi giorni al centro di una inchiesta da parte della magistratura che vuole accertare se quella spesa fino a oggi sia realmente la sua identità, è ospite del programma di Rete 4 "
Dalla vostra parte" e ne approfitta per ribaltare le accuse.
"Contro di me un complotto ordito delle lobby del mio Paese" sostiene Cernetic, che ribadisce l'appartenenza all'alto lignaggio montenegrino. Intanto, però, la magistratura italiana sta vagliando il suo passato alla ricerca di tracce di "sangue blu": sul suo capo, regale o meno, pende infatti l'accusa di
falsa attestazione di identità personale oltre che di possesso e fabbricazione di documenti di identità falsi, in concorso con
un 63enne di Avellino con precedenti penali, che si presentava come ambasciatore macedone.
Ma Cernetic non ci sta e provocatoriamente domanda: "Se le autorità italiane non mi credono, come mai le stesse mi hanno assegnato una scorta proprio sulla base della mia appartenenza alle dinastie reali del Montenegro?"
L'operazione investigativa è partita nell'agosto 2016, quando il ministero degli Affari Esteri ha segnalato che Cernetic, durante la sua visita in Puglia, aveva utilizzato una autovettura con insegne della Repubblica del Montenegro e con gli adesivi del Corpo Diplomatico, precisando che lo stesso non era in realtà un funzionario diplomatico.
Il "principe", nel frattempo, aveva trascorso presso
un resort di Fasano (Brindisi), un periodo di vacanza, nel corso del quale ha avuto incontri con rappresentanti del clero, della politica e dell'imprenditoria del nord della provincia di Brindisi e del sud di quella di Bari. Secondo gli investigatori, si trattava in realtà di una "pantomima" per soggiornare senza pagare in località di prestigio italiane ed europee.
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