"A consuntivo" le misure messe in atto mentre "sembrano avere salvaguardato l'operare di interventi di sostegno dei comparti produttivi, non hanno prodotto risultati di contenimento del livello complessivo della spesa". E quanto ha detto la Corte dei Conti, nella relazione sul rendiconto generale dello Stato. "Resta, quindi, ancora attuale la necessità di una revisione attenta di quanto può, o non può, essere a carico del bilancio dello Stato".
"Pesa su tutto la corruzione, misure inadeguate" - Occorre affrontare "il fenomeno della corruzione in una logica sistematica che tenga in adeguata considerazione la diffusività del fenomeno e l'insufficienza delle misure finora apprestate dall'ordinamento", afferma il procuratore generale della Corte dei Conti, Claudio Galtieri, nella requisitoria. Il sistema dei controlli, spiega, risulta "scarsamente efficace" anche per "contrastare quei comportamenti illeciti i cui effetti negativi sulle risorse pubbliche sono, spesso, devastanti".
"Riforma P.a. carente" - "Non si può fare a meno di notare come il cammino della riforma della Pubblica amministrazione sembra scontare una serie di incertezze di fondo su taluni temi cruciali e a valenza strategica quali quelli delle società partecipate e della dirigenza", prosegue il procuratore generale. Tali incertezze "hanno determinato un andamento non lineare non solo delle modalità e dei tempi del processo riformatore, ma anche, per taluni aspetti, della stessa filosofia innovativa su cui la riforma si deve fondare".
Ue, "l'Italia contribuisce più di quanto riceve" - Riguardo ai rapporti con l'Ue "si conferma la tendenza che fa assumere all'Italia la posizione di contribuente "netto" cioè di Stato membro la cui contribuzione è quantitativamente più elevata rispetto alle risorse che riceve dal bilancio dell'Unione".
"Verificare i risultati di Consip" - Nel corso degli ultimi anni per la Consip "è emersa l'esigenza di una verifica dei risultati più rispondente a dati reali". A sottolinearlo è invece il presidente delle sezioni riunite della Corte dei Conti, Angelo Buscemi. "Per lo Stato, nonostante l'incremento delle spese mediate da Consip, l'acquisizione di beni e servizi risulta ancora in prevalenza effettuata con il ricorso alle procedure extra Consip", ha avvertito Buscema. Per gli acquisti non centralizzati "si conferma la prevalenza del ricorso a procedute negoziate; gli acquisti in economia si riducono drasticamente per effetto dell'applicazione del nuovo codice dei contratti pubblici che non prevede più il ricorso a tale procedura di acquisto".