RASSICURAZIONI

Brexit, May: nessun cittadino Ue dovrà lasciare la Gran Bretagna

Con la conclusione della Brexit si aprirà anche la battaglia per la ricollocazioni delle Agenzie Ue ad oggi a Londra: l'Italia vince la sua prima battaglia sulla procedura per le assegnazioni

© -afp

La premier britannica Theresa May ha assicurato ai leader Ue che nessun cittadino europeo dovrà lasciare il Regno Unito quando la Brexit sarà conclusa, e che a tutti verrà data la possibilità di regolarizzare il proprio status. Secondo quanto si apprende, la May avrebbe proposto di dare la residenza piena, con tutti i diritti connessi, ai cittadini europei residenti nel suo Paese da almeno 5 anni.

La premier britannica al vertice dei leader europei ha cercato di celare le ansie per la situazione politica interna col sorriso, ed ha anticipato i principali ingredienti della proposta "made in Uk" per garantire i diritti degli oltre tre milioni di cittadini Ue oltremanica.

La proposta della Gb per i cittadini Ue - La May ha spiegato ai leader europei che intende dare la più ampia certezza possibile ai tre milioni di cittadini Ue che al momento vivono in Gran Bretagna, precisando che il governo non vuole cacciare nessuno e non vuole separare le famiglie. La proposta della May prevede che i cittadini Ue presenti in Gran Bretagna, una volta ottenuta la residenza, possano avere sanità, istruzione, benefit e pensioni come se fossero inglesi. Anche a chi è arrivato nel Paese prima della "data limite" (non ancora specificata), ma non ha ancora i 5 anni da residente, verrà data la possibilità di restare fino al loro compimento per poi chiedere poi il permesso di soggiorno.

Parola d'ordine: reciprocità - La premier ha anche chiarito che gli europei saranno soggetti alla legge Ue fino a che il Paese non sarà uscito. Ma ha avvertito che la reciprocità è vitale: la sua proposta sarà valida solo se gli stessi diritti saranno riconosciuti agli inglesi residenti nell'Ue.

La ricollocazione delle Agenzie Ue in Gb - Con la definitiva uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea si apre anche la partita del ricollocamento delle Agenzie Ue ad oggi presenti a Londra. L'Italia vorrebbe portare a a Milano l'agenzia Ue per il farmaco (Ema) e quella dell'autorità di controllo per le banche (Eba). E una prima vittoria sembra essere arrivata: il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha infatti fatto sapere, attraverso un tweet, al termine della prima giornata del vertice Ue, che è stato raggiunto un accordo sulla proceduta per la scelta delle future sedi.

La procedura e la prima battaglia vinta dell'Italia - La procedura, proprio per l'Ema e l'Eba, prevede la presentazione di tutte le candidature entro il 31 luglio. Entro il 30 settembre la Commissione farà la sua valutazione del livello di soddisfazione dei requisiti concordati. Seguirà una discussione politica basata sulla valutazione della Commissione Ue (come chiesto dall'Italia, che aveva infatti proposto di far valere criteri di merito e non solamente quelli di equilibrio geopolitico, a cui si appellavano invece i Paesi dell'Est), prima della votazione finale, a novembre.