Vaccini, bimbo leucemico muore a Monza per complicanze da morbillo | Primario: fratellini non c'entrano
L'assessore lombardo al Welfare: "L'immunità di gregge, cioè la copertura vaccinale a tutela di chi non può vaccinarsi, avrebbe potuto salvarlo"
Un bambino di 6 anni, da marzo in cura presso il reparto di rianimazione dell'Ospedale San Gerardo di Monza, è morto "per complicanze polmonari e cerebrali da morbillo". Lo ha confermato l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera. Il bimbo era affetto da leucemia. Secondo Gallera, "la cosiddetta 'immunità di gregge' avrebbe salvato il piccolo". Il primario: "I fratellini non c'entrano".
Secondo Andrea Biondi, primario della Clinica Pediatrica del San Gerardo, "i fratellini hanno avuto il morbillo in un secondo momento". Il problema è la mancanza dell'immunità di gregge. "Se viene meno - ha detto Biondi - le persone e i bambini più deboli possono pagare un prezzo più alto. Questa è la lezione che dobbiamo prendere, non cercare dei responsabili, e tantomeno pensare che i genitori, che vivono un dramma nel dramma, possano essere considerati responsabili".
Ma se i fratellini fossero stati vaccinati, il bimbo deceduto poteva salvarsi? "La risposta è no. E' fuori da ogni possibilità. Anche i fratelli si sono ammalati perché abbiamo vissuto un periodo in cui tanti, giovani e adulti, si sono ammalati di morbillo. Siamo scesi sotto la soglia giudicata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità di 'protezione della comunità'. E se questo è successo vuol dire che deve esserci un richiamo a tutti per ribadire che bisogna vaccinarsi: per proteggere i nostri figli, ma anche per un senso di responsabilità nei confronti degli altri, dei più deboli, che potrebbero non essere in grado di farlo".
"Esempio di come l'immunità di gregge sia fondamentale" - "La storia di questo piccolo affetto da leucemia - ha spiegato l'assessore - è l'esempio di come l'immunità di gregge (cioè la protezione indiretta agli individui che non si possono vaccinare attraverso la vaccinazione del 95% dei bambini,
ndr) sia fondamentale per la protezione di coloro che, per la loro malattia o per lo stato di trattamento in cui si trovano, non sono protetti, anche quando fossero vaccinati dal morbillo così come da altre malattie infettive".
"Il piccolo - ha proseguito l'assessore - era affetto da una leucemia linfoblastica acuta, malattia che oggi ha una probabilità di guarigione in oltre 85% dei casi con forme simili. Il 15 marzo, per il sospetto di infezione da morbillo (diagnosi confermata il 16 marzo), è stato trasferito in terapia intensiva per il peggioramento progressivo del quadro polmonare con necessità di assistenza respiratoria. E' stato intubato e successivamente è iniziata l'assistenza mediante ECMO per insufficienza cardiaca o respiratoria, proseguita fino alla data di oggi".
Lorenzin: "Rispettare la scienza" - "È dolorosissimo commentare la morte del bimbo di 6 anni a Monza che si sarebbe probabilmente salvato dalla leucemia ma che il morbillo ha ucciso perché essendo malato non poteva essere vaccinato". Così il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. "Non serve aggiungere parole, bisogna rispettare la medicina e le verità scientifiche per fare il bene dei nostri figli. Sono vicina ai genitori e al loro immenso dolore".
Iss: "Un morto ogni 3mila casi di morbillo" - "La scienza è inesorabile nella sua capacità predittiva". Lo scrive Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, in un tweet a commento della notizia della morte del bambino. "Ogni otto casi di morbillo un'otite - ricorda Ricciardi -, ogni 15 una polmonite, ogni 1.500 una encefalite e ogni 3mila un morto".
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