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Birrificio Il Conte Gelo: intervista con Davide

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Oggi ci troviamo nella zona della Lomellina e più precisamente a Vigevano dove incontriamo un mastro birraio: Davide del Birrificio Il Conte Gelo che ci racconta la sua storia e come nascono le sue birre artigianali tanto speciali.

Buongiorno Davide. Come nasce in te la passione per la birra artigianale e di conseguenza la tua azienda?

Il nostro birrificio ha un'origine collettiva: Antonella, Alex ed io siamo una squadra in produzione, senza dimenticare il prezioso aiuto di Andrea e Paola. Detto questo, io, in quanto birraio della squadra, tendo a dare la mia impronta sulle birre e sugli stili da proporre ai nostri clienti. Iniziai a bere birra buona tanti anni fa, nel lontano 1998 in piccoli pub della provincia brianzola che all'epoca avevano referenze quasi introvabili: birre belghe e anche qualcuna inglese. Le prime pinte sono state per me una rivelazione: ho scoperto un nuovo lato della birra. Conosciuta dai più come una bevanda banale, la birra era per me qualcosa di speciale che può regalare una gamma di sapori e aromi varia e ricca. Così ho iniziato ad appassionarmi a questo mondo, in anni tutto sommato di carboneria dove le birre buone erano rare e difficili da trovare. Oggi è tutto più facile perchè il buono che la birra può regalare è sempre più conosciuto ma ricordo ancora con una certa nostalgia i lunghi viaggi fatti verso un piccolo produttore o verso un pub che avesse qualcosa di emozionante. Diventare birraio è stata una logica conseguenza della mia passione, inizialmente utilizzando un'attrezzatura casalinga e coltivando l'hobby del homebrewing per poi entrare pian piano nel mondo dei pro. Oramai sono 5 anni che lo faccio di mestiere e, sinceramente, non lo cambierei con nulla al mondo!

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Le birre artigianali de Il Conte Gelo nascono in un contesto particolare, quello del territorio della Lomellina: esiste un legame fra le vostre birre e questo bellissimo luogo?

Il primo legame forte è proprio nel nostro nome. Andrea Gelo e Paola Conte sono vigevanesi da sempre e sono stati loro a dare il primo impulso nell'iniziare la nostra attività. Il secondo aspetto che caratterizza molto le nostre birre è dato dall'acqua che utilizziamo: molto povera di sali e che aiuta particolarmente il mio lavoro di birraio. Se infatti per le grosse aziende l'acqua è un fattore di secondaria importanza (tanto poi la trattano e la ricostruiscono a seconda delle loro necessità), per noi piccoli artigiani le possibilità di intervento sono minori e partire da una buona base di acqua è fondamentale. Per il resto mi sento di poter paragonare il mio lavoro a quello di un artigiano che produce uno strumento musicale. L'importante per il suo lavoro è utilizzare le migliori materie prime e concentrare il suo interesse sulla qualità del prodotto finale. Allo stesso modo io scelgo il meglio che posso trovare da tutto il mondo concentrando poi nel mio laboratorio in Lomellina i migliori malti olandesi con luppoli che arrivano da Inghilterra, Germania e Stati Uniti.

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La filosofia produttiva del Birrificio prevede la realizzazione di birre "crude”: ci spieghi meglio cosa vuol dire?

Molti definiscono le birre non pastorizzate anche come birre crude. Personalmente però preferisco utilizzare il termine non pastorizzato perchè ci spiega meglio quello che noi facciamo: decidiamo di non pastorizzare un prodotto vivo mantenendo, così, vive ed integre le proprietà nutrizionali date dal lievito. Possiamo anche definirle "integrali". Infatti oltre a non dare shock termici al prodotto evitiamo anche di filtrarlo.Il motivo della nostra scelta è semplice: solo non pastorizzando e non filtrando possiamo dare al cliente un prodotto di alta qualità, con maggiori qualità nutrizionali e vivo e, quindi, in grado di evolvere nel tempo.

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Il Conte Gelo ha da poco “vestito” con una grafica nuova le birre artigianali. Da dove nasce l'ispirazione di questo particolare packaging?

Il nostro è un birrificio molto giovane. Nei nostri primi passi abbiamo concentrato tutte le nostre attenzioni sulla qualità del prodotto e sulla stabilizzazione delle ricette. Superato il primo scoglio qualitativo ci siamo resi conto che la nostra grafica era piuttosto spartana e senza personalità. Da birraio continuo a pensare che sia il contenuto a fare la felicità del consumatore ma al tempo stesso posso capire che a volte una bottiglia bella a vedersi possa dare l'idea di un prodotto curato in tutto e per tutto, mentre una bottiglia brutta possa indurre a pensare a un prodotto scialbo e senza cura. Questa idea ci ha portato ad una piccola rivoluzione in casa, aiutati dal talento di un giovane disegnatore: Marco Tramontini. L'idea di fondo, curata in particolare da Antonella, è stata quella di dare una personalità specifica a ogni nostra birra. Così abbiamo la "Pericolosa” (per la sua bevibilità) la "Lavalanga" o possiamo vedere la morbida e sensuale "Cosacca”. Re, o meglio Conte, di tutta la nostra truppa rimane "Gelo Jack", mascotte e insieme anima festaiola del gruppo. Il nostro motto "bevitori seriali" nasce proprio dal nostro Gelo Jack, che vuole proporre una birra di qualità, buona ma che al tempo stesso sia capace di diventare quotidiana e non stancare il bevitore nella sua "sessione" di bevuta.

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