Il buon paese

Il Pistacchio di Bronte DOP

© tgcom24

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Sulle pendici dell'Etna, in quella macchia verde che accoglie la cittadina di Bronte, nasce un prodotto unico riconosciuto DOP vero vanto dell'Italia nel mondo: il Pistacchio di Bronte.

Il terreno vulcanico accoglie una vegetazione energica, inusuale per un luogo così caldo; tra il colore scuro della terra vulcanica e il verde della vegetazione, spuntano i tetti rossi delle case: è Bronte, pacificamente incastonata alle pendici dell'Etna.
Una pace che nasconde l'incessante lotta contro il territorio, il caldo e che l'agricoltura e le tradizioni raccontano. Qui, nel pieno della provincia di Catania, la ricchezza è l'Oro Verde: il pistacchio di Bronte DOP.

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La storia del pistacchio
La pianta di pistacchio, il cui nome deriva dal greco Pistàkion, ha una storia millenaria.
Da secoli, se non da migliaia di anni, viene coltivata nel bacino del mediterraneo e sue testimonianze sono perfino nell'Antico Testamento. Per quanto riguarda la Sicilia furono gli Arabi che, dopo aver sottratto l'isola ai bizantini, incrementarono la produzione di pistacchi.
Nel territorio di Bronte l'incontro delle piante con il terreno lavico creò qualcosa di straordinario che ancora adesso possiamo gustare.
Oltre 4000 ettari sono oggi coltivati a pistacchio in questo territorio: una superficie enorme che testimonia il lungo e testardo lavoro dei contadini che hanno saputo, nei secoli, strappare la terra all'aridità per creare luoghi paradisiaci e prodotti stupefacenti.

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Il pistacchio di Bronte: le caratteristiche e la coltivazione
La Pistacia vera è una pianta di origine persiana, simile ad un fico, decisamente longeva e, potremmo dire, anche paziente: può vivere infatti tra i 200 e i 300 anni e solo dopo dieci anni inizia a produrre i primi frutti.
I pistacchi, appunto: piccole drupe allungate della grandezza di un'oliva e di colore che varia dal verde-rosso al bianco-rosa.
Nel terreno lavico particolarmente duro e roccioso di Bronte, però, questa pianta ha bisogno di un aiuto che le è offerto dal Pistacia Terebinthus, una specie arborea che cresce spontanea in questi terreni difficili.
Proprio grazie al Terebinthus, sul quale la Pistacia vera viene innestata, il pistacchio può essere prodotto in questa terra ostile, grazie ad esso gli agricoltori, nei secoli, hanno potuto trovare l'oro verde. Oltre ad essere resistente alla siccità, qualità decisamente utile in queste zone, le sue radici forti, infatti, sono capaci di infiltrarsi nella roccia lavica, rompendola.
Il territorio roccioso e lavico ha un sottilissimo strato arabile.
Qui è impossibile ogni intervento meccanico; ogni due anni, dunque, precisamente negli anni dispari, tra la fine di agosto e l'inizio di settembre, il pistacchio viene raccolto rigorosamente a mano, scuotendo i rami e facendo cadere i frutti direttamente in un contenitore che gli addetti portano sulle spalle.
Dal 2004 un gruppo di produttori ed imprenditori agricoli ha creato il Consorzio di Tutela del Pistacchio di Bronte, con lo scopo di tutelare la tradizione e la qualità del prodotto. Un percorso che ha portato al 9 giugno 2009, quando l'Unione Europea ha riconosciuto al Pistacchio di Bronte, la Denominazione di Origine Protetta (DOP).


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