Cantine toscane: Petra e le sue vigne baciate dal mare
Ci troviamo in provincia di Livorno e più precisamente a Suvereto, un piccolo paese della Val di Cornia, quest'anno in gara come borgo più bello d'Italia. Siamo nell'ultimo spicchio meridionale della Costa degli Etruschi, territorio di storia, buoni sapori e un grande potenziale: la produzione di vini di alta qualità. Ed è tra le dolci colline che lentamente si inchinano verso il mare che troviamo la moderna Petra, una cantina fondata nel 1997 dalla volontà di Francesca Moretti, enologa e figlia di Vittorio Moretti, proprietario dell'azienda.
Cenni storici - La nascita di questa cantina vanta tradizioni lontane: la presenza in Toscana a inizio dell' '800 di
Elisa Di Bonaparte, sorella ribelle ed intraprendente di Napoleone. Mandata dal fratello in queste zone, divenne principessa del Granducato di Toscana e di Piombino, ma al suo arrivo trovò una terra rude, una grande palude con pochissima economia. Con grande passione e spirito imprenditoriale cominciò così a bonificare il territorio, costruendo strade importanti e applicando anche una riforma sanitaria.
Fu lei a individuare la Val di Cornia come terreno vocato per i suoi amati vitigni francesi: dai bollettini del Porto di Piombino, infatti, risulta il trasporto delle barbatelle direttamente dalla Francia per piantarle in questa zona. E' grazie a lei, quindi, se oggi questi terreni regalano
Cabernet
Sauvignon,
Merlt,
Syrah e
Viognier per citare i maggiori.
La cantina - Quando Vittorio Moretti decise di costruire la cantina, desiderava creare un'immagine che comunicasse la passione e l'impegno necessari a sorreggere questa sua nuova avventura; iniziò, così, ad investire in un ambizioso progetto architettonico, affidandosi all'amico e noto architetto svizzero
Mario Botta che progetta un luogo in grado di reinterpretare la tipologia delle grandi ville della campagna toscana, dove il territorio è impreziosito dal disegno delle coltivazioni, dei vigneti, ma con la volontà di parlare di una cultura moderna. Se da un lato la struttura doveva avere un sapore arcaico, in quanto legata a un'attività millenaria, dall'altro doveva rispondere al meglio alle esigenze della produzione e stare al passo con le nuove tecnologie. E così è stato.
Dietro alla Villa signorile, per esempio, sorge un
lago artificiale sopra il quale è stato progettato un
impianto fotovoltaico ultra-moderno e innovativo. A basso impatto ambientale (visto che non è stato utilizzato nessun campo agricolo), consiste in una zattera di pannelli solari collegati da un sistema software che li orienta alla rotazione solare. In questo modo, si massimizzano i benefici del sole e si recupera l'energia necessaria sia al funzionamento della cantina, che alle rispettive attività in tenuta. Vicino al lago, inoltre, è presente un importante appezzamento di vitigni bianchi, Viognier e Vermentino, perché negli ultimi anni si è deciso di
ampliare il portfolio dell'azienda con l'introduzione di tre vini bianchi, due legati ad una linea nuova chiamata Belvento - Vini del Mare e uno che completa la linea esistente dei Cru "La Balena.” Questi vitigni esistevano già, ma in passato venivano utilizzati per produrre il Vin Dolce, chiamato "Angelo di San Lorenzo”. Un'altra novità importante per Petra è il tema "green”: con la collaborazione dell' agronomo Ruggero Mazzilli è iniziato da alcuni anni il
progetto BIO che vede convertiti e già certificati i 38 ettari circostanti alla cantina e in conversione i restanti vigneti.
La magia degli interni - Se all'esterno la cantina è una
lunga galleria che penetra verso il cuore della montagna fino ad arrestarsi di fronte ad una parete di roccia, come una sorta di cordone ombelicale che ci lega alla terra madre, internamente è possibile vivere in tutte le sue fasi la produzione e lavorazione del vino. Mentre la vendemmia, che inizia ad agosto per terminare alla fine di settembre, è la parte più dinamica perchè viene fatta per il 90% manualmente, il processo di vinificazione è automatizzato. Nei serbatoi di acciaio vengono fatti gli assemblaggi destinati ai vini più "semplici" dai tratti floreali e fruttati, con caratteristiche di freschezza e immediata bevibilità, riconducibili spesso alla Linea Belvento - I Vini del Mare. I Cru di Petra e Petra, ovvero i vini più pregiati e rappresentativi, hanno una fermentazione che avviene nei tini in legno di rovere perchè permettono di ottenere una maggiore qualità e finezza. Qui si lavora in modo più tradizionale senza alcun sistema automatico, con follatura e rimontaggio manuale.
Le barricaie - Per agevolare la maturazione del vino si utilizzano strumenti diversi come i tini in legno, i tonneaux e le
barrique. Queste ultime sono dei contenitori di circa 225 litri di rovere francese e il loro obiettivo è di garantire al vino una maggiore ricezione di ossigeno, permettendogli, così, di maturare più velocemente. Non dimentichiamo, poi, che il legno ha un'influenza aromatica sui vini. Ma dove sono collocate le barrique, a Petra? La zona di affinamento è una lunga galleria scavata nel cuore della collina, il punto di arrivo di un percorso misterioso che si snoda attraverso la moderna zona di pigiatura, la sala acciai e due scenografiche barricai sino a penetrare nel cuore della collina dove è possibile toccare con mano una grande parete di roccia che reca impresse le venature dei metalli di cui sono ricche le viscere della nostra terra.
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