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La pizza gourmet

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Si sa, mangiare la pizza è sinonimo di semplicità, genuinità e – ovviamente – italianità.
Per il suo profumo, il modo in cui si mangia e l'innegabile bontà, la pizza soddisfa tutti i palati, senza far piangere il portafoglio.

E se il piatto made in Italy per eccellenza diventasse gourmet?
Le differenze con una pizza tradizionale sono diverse e per nulla scontate.
Si parte innanzitutto dalla materia prima: ingredienti ricercati, 100% italiani – compreso il grano – e lievito naturale.
Anche il modo di degustarla cambia.

Abbandonate l'idea della classica pizza rotonda per assaporare deliziosi spicchi – sempre caldi – in un crescendo di sapori e profumi. E, inevitabilmente, cambiamo i prezzi, in linea con gli altri piatti dello chef.

Una sfida molto difficile, quindi, che sta pienamente riuscendo a Davide Iannaco nel suo nuovo locale "La Taverna Gourmet" di Via Maffei, 12 a Milano.
Figlio d'arte, si è fatto le ossa nelle pizzerie di famiglia, fin da quando a soli 18 anni ha aperto con il padre Antonio la storica Taverna di Via Anzani e, nel 2011, l'Altra Taverna di Via Cadore.

L'idea alla base del suo progetto è entusiasmante ed efficace: elevare la pizza napoletana al livello di pizza gourmet senza dimenticare la tradizione.
La pizza de “La Taverna Gourmet” nasce proprio dai capisaldi della cultura pizzaiola partenopea, come l'impasto a lenta lievitazione e l'uso del lievito madre, per poi unirsi a piatti degni della cucina di un grande ristorante.
Due universi culinari si uniscono così a creare la giusta alchimia in ogni piatto.
Il merito è del team composto dal pizzaiolo Vincenzo Masi e dallo chef Leonardo Giannico, oltre ad un qualificato staff di sala e di cucina.

La mozzarella campana DOP, la saporita colatura di alici di Cetara, i profumati limoni di Amalfi, la pregiata Pluma iberica di Pata Negra, la delicata Salsiccia di Bra, il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP e molti altri prodotti (che cambiano in base a rigidi criteri di stagionalità) fanno il resto.

Da non lasciarsi sfuggire, tra le dodici pizze in menu, la deliziosa Margherita Gourmet, con impasto al basilico, pomodoro del Piennolo, bufala DOP e basilico verde e rosso; la MariNera, con impasto al nero di seppia, teneri gianchetti e colatura di alici di Cetara; o ancora l'originale Scampi cacio e pepe, un mix irresistibile, delicato e deciso allo stesso tempo.

Il menu si completa grazie alle speciali proposte firmate dallo chef Roberto di Pinto, che ha ideato per “La Taverna Gourmet” alcune pizze: Pluma di maialino iberico, con delicato suino Pata Negra, burrata, Parmigiano Reggiano e crema di mela; Gambero e guacamole, esotica pizza con gamberi rossi, avocado, mozzarella, cipolla rossa, limone di Amalfi e peperoncino; Branzino e Colonnata, con delicato branzino al sale ed erbe aromatiche, lardo, provolone dolce e crema di melanzane. Il tutto accompagnato da ottimi Champagne francesi o da vini italiani DOCG.

Le bollicine vanno dunque ad esaltare ulteriormente questo nuovo modo di gustare la pizza, elevata qui al massimo della sua raffinatezza. L'ambiente, invece, realizzato dall'interior designer Silvana Barbato, restituisce un'atmosfera anni '50: il tono predominante è il petrolio che, unito ai colori oro e marrone, dà carattere all'intero spazio. Il bancone è il cuore del locale: gli viene affidato un ruolo centrale, completamente a vista, affinché i gesti del pizzaiolo e dello chef possano raccontare la storia di questo percorso enogastronomico.

Anche il forno a legna, in quest'ottica, è bene in evidenza. Di fronte al bancone centrale è possibile respirare un'atmosfera "bistrot", grazie alla dinamicità offerta dallo show cooking dei cuochi: qui lo spettacolo è proprio davanti agli occhi, ci si siede, si osserva e si chiacchiera, si consuma la pizza scambiandosi gli spicchi in un clima piacevolmente movimentato.
I piccoli gruppi e le coppie innamorate che possono trovare il loro spazio ideale nel soppalco o nella zona arredata con eleganti divanetti, scelti per favorire la convivialità tipica delle pizzerie italiane tradizionali.
Il cuore della sala si snoda poi tra i tavoli centrali, rotondi, quadrati, di dimensioni diverse per una versatilità massima.



Di Indira Fassioni per nerospinto.it