C'erano "novemila munizioni" a bordo della Renault Megane con cui Adam Lofti Djaziri si è deliberatamente schiantato contro un furgone della polizia francese sugli Champs Elysées. E in casa sua è stato trovato un vero e proprio arsenale, tra cui barili di polvere. Quattro familiari dell'attentatore sono stati posti in stato di fermo. Sarebbero l'ex moglie, il fratello, la cognata e il padre. L'uomo è morto nel tentato attacco.
Il provvedimento di fermo dei parenti arriva dopo la perquisizione lunedì sera a Plessis-Pâté, piccolo comune della regione dell'Essone, una trentina di chilometri a Sud di Parigi, dove l'aggressore, noto ai servizi e schedato come "radicalizzato", era il più giovane di tre fratelli e sorelle. La famiglia Djzaziri si era installata in quest'area semirurale da una trentina d'anni. E ora i vicini di casa, dietro garanzia di anonimato, raccontano ai media francesi che, sì, "era evidente incrociandoli per strada che erano molto rigorosi nelle loro pratiche religiose". Persone molto discrete, dicono gli abitanti del luogo, "non uscivano, non facevano parlare di loro".
Secondo il padre, contattato dall'agenzia Afp prima del fermo, Adam Djaziri "aveva un'arma regolarmente dichiarata e si esercitava al tiro". Nella sua auto, oltre alle novemila munizioni, c'erano anche un kalashnikov e bombole di gas. Il sospetto è che Adam fosse pronto a un attacco in grande stile, a un'azione kamikaze oppure a una sparatoria contro la polizia.