Il certosino lavoro ha rivelato degli aspetti molto interessanti sulle abitudini dei Millennials italiani (ovvero le anime di età compresa tra i 18 e i 35 anni). A quanto pare questi giovincelli si interessano ai capi che comprano. Non è soltanto il prezzo a sconquassare le "celluline grigie" ma anche le fibre del capo d'abbigliamento e la conseguente sostenibilità.
Lucidate le orecchie: il 74% degli intervistati legge le etichette per conoscere la composizione dei tessuti.
E il cotone è la fibra preferita. D’estate poi è una mano santa contro le macchie di sudore ovunque.
Anch'io leggo l'etichetta ma, visto che non sono una Millennials, lo faccio per capire se posso infilare il mio acquisto in lavatrice! Ma fortunatamente non tutti sono così: il tessuto è importante al di là del lavaggio consigliato. E a quanto pare la marca che sfoggiamo sui vestiti non è più così di moda. "Datemi un buon capo PUNTO!".
Bisogna ammetterlo non sempre un articolo costoso e firmato è sinonimo di best quality!
Salta poi addosso l'etica. La questione è importante: i Millennials danno maggior priorità ai capi “cruelty free”. Ovvero quelli che non utilizzano materie prime provenienti da animali, seguiti da quelli prodotti da aziende che non sfruttano la manodopera.
Inoltre, al terzo posto degli aspetti prioritari, gli intervistati indicano di voler sapere, non solo dove viene prodotto il capo, ma anche i fili utilizzati. E fra questi abbiamo le fibre vegane.
Parliamo dei prodotti con materiale di origine vegetale. L’acquisto di capi esclusivamente vegani è un comportamento di nicchia, che riguarda meno di 1 intervistato su 10. Diciamo che è un terreno della moda ancora da esplorare. Secondo me l'industria del fashion style se vuole allargare il mercato deve puntare sui capi traspiranti.
A quanto pare cerchiamo tutti quelli. Sarà perché l'ascella parfumé non ha ancora trovato una ragion d'essere. E certi tessuti sembra che la aiutino a diffondersi nell'aria senza ritegno! Pensate ai suoi effetti dentro un ascensore.
Consola, però, l'attenzione che riserviamo ai nostri afrori! Pertanto sognando i saldi puntiamo sui capi freschi e anti-puzza.
Ma quello che ha fatto vibrare i miei neuroni mandandoli in visibilio è la scelta dello shopping “autonomo”.
Non vogliamo ombre ai lati dei camerini. Noi ci guardiamo, noi ci analizziamo e noi ci ammiriamo. E sempre NOI piangiamo davanti alla carta di credito esaurita!
Per fortuna che ci pensa internet a tenere gli acquisti schedati. È il canale per eccellenza da cui traggono ispirazione i Millennials, trainato dai social network, dai siti di e-commerce e dai siti dei brand.
Io preferisco ancora perdermi tra i vestiti veri, quelli virtuali pronti a materializzarsi dentro il mio armadio ancora non mi acchiappano. Tutta colpa della mia curiosità! Mister Internet mi svela subito quello che nei negozi scopro toccando e rivoltando i capi: l'etichetta!