"Sentivo le urla, ma non vedevo nessuno". E' drammatico il racconto che il vigile del fuoco 34enne Leon Whitley fa dei primi momenti di soccorso nella Grenfell Tower in fiamme. Arrivato sul luogo che lui stesso chiama "l'inferno", all'1.45 di quella tragica notte londinese, non nasconde di aver avuto paura. Ma ha trovato la forza di spingersi fino al quindicesimo piano di quell'edificio incandescente e a rischio crollo pensando a suo figlio e al fatto che potesse essere lì dentro. "E' stata la prima volta in cui ho temuto di non farcela, mi sembrava l'11 Settembre", aggiunge il pompiere che la stampa britannica ha ribattezzato "eroe".
Mentre Whitley era sospeso tra la vita e la morte con l'obiettivo di salvare più vite possibile in testa aveva un solo pensiero: "Le Torri Gemelle - come lui stesso racconta. - Pensavo che tutto sarebbe crollato e non saremmo usciti vivi da lì, mi veniva in mente la mia famiglia".
"Hai il dovere di aiutare le persone - conclude il pompiere-eroe - e solitamente cammino tra le fiamme con cautela ma senza paura. Nella torre della tragedia era diverso".