I carabinieri hanno recuperato la reliquia di San Giovanni Bosco rubata dalla basilica di Castelnuovo Don Bosco il 2 giugno. Lo rende noto la Procura di Asti. Le forze dell'ordine hanno fermato il presunto ladro dell'urna contenente un pezzetto del cervello del santo: dalle prime indiscrezioni sembra che il furto non sia stato commesso a scopo di riscatto.
La persona fermata per il furto è C.G., 42enne italiano già noto alle forze dell'ordine. Secondo quanto appreso, avrebbe agito nella convinzione di poter ricavare del denaro rivendendo il preziosi reliquiario, che credeva fosse d'oro massiccio. Prima del furto, avvenuto la sera del 2 giugno nella basilica di Castelnuovo don Bosco, l'uomo avrebbe effettuato diversi sopralluoghi per preparare il colpo.
Il recupero della reliquia - La reliquia è stata recuperata oggi all'alba a Pinerolo (Torino) nella casa dove l'uomo viveva con la compagna, incensurata. L'ampolla reliquiaria, perfettamente conservata e con i sigilli della Congregazione Salesiana ancora intatti, era nascosta in una teiera in rame in un armadietto della cucina.
Le ragioni del furto - Secondo la ricostruzione degli inquirenti le ragioni del furto non riguardano né la volontà di chiedere un riscatto né l'ordinazione di un collezionista. L'uomo era convinto che il coperchio della teca fosse di valore. Il 42enne, condotto negli uffici giudiziari, ha confessato dopo un serrato interrogatorio di garanzia ed è stato sottoposto al fermo. È stato infine portato al carcere di Asti.
La dinamica del furto - A segnalare il furto, avvenuto lo scorso 2 giugno intorno alle 20.30, è stato il sacrestano della Basilica inferiore del Colle Don Bosco di Castelnuovo, in provincia di Asti. Il ladro è riuscito a scavalcare la parete di cristallo a protezione del reliquiario, a sollevare la copertura della struttura sotto cui era custodito e ad asportare il coperchio e l'ampolla di vetro, dentro la quale era conservata la reliquia.
Le indagini - A condurre le indagini sono stati i carabinieri del comando compagnia di Villanova d'Asti sotto la direzione di Laura Deodato. Le impronte, grazie all'azione dei carabinieri del Ris di Parma, hanno permesso di identificare l'uomo fermato. Dopo diversi pedinamenti, analisi e visione di filmati di sicurezza della struttura religiosa e dei Comuni vicini a Castelnuovo, si è provveduto all'intervento, in esecuzione al decreto di perquisizione emesso dalla Procura della Repubblica di Asti.