Problemi low cost

Aereo e trucchi di imbarco: bagagli matrioska e vestiario a cipolla

Le strategie e i piccoli imbrogli dei viaggiatori per superare i controlli al gate senza pagare il supplemento per la valigia in stiva

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E’ il cruccio dei viaggiatori che scelgono di volare con una compagnia low cost: come fare a rientrare nei limiti di bagaglio senza essere costretti a spedire la valigia in stiva e quindi pagare il supplemento (salato) richiesto per questo servizio? Oltre a prendere l’abitudine di viaggiare leggeri, le strategie possibili non sono molte, ma sono piuttosto efficaci e vengono messe in atto con grande frequenza: in effetti circa 44% dei viaggiatori italiani ha ammesso di aver infranto le regole sull’imbarco dei bagagli, contro una media europea del 40%.

Una recente survey di eDreams ha analizzato i comportamenti di 11 mila viaggiatori di 8 nazioni europee (Germania, Francia, Inghilterra, Portogallo, Italia, Svezia e Norvegia): il campione italiano è composto da 1000 italiani. I nostri connazionali si sono dimostrati un po’ più indisciplinati della media europea al momento di sottoporre il bagaglio al controllo pre-imbarco, e per non incorrere nel pagamento del sovrapprezzo le hanno provate tutte per rientrare nei limiti imposti, anche a costo di qualche stratagemma. Il più comune è indossare uno sopra l’altro più strati di vestiti: ha fatto così circa un viaggiatore italiano su quattro, percentuale che sale al 29% tra le donne.

Un altro trucco molto comune sta nel riporre in tasca gli oggetti più pesanti, o nel nascondere una borsa sotto il soprabito (8%) e un bagaglio in un altro (7,5%). Molti hanno fatto acquisti al duty free (gli acquisti aeroportuali possono essere sempre imbarcati), in modo da avere una borsa supplementare in cui infilare le proprie cose. In effetti, i nostri connazionali, tra tutti i viaggiatori che hanno partecipato all’indagine, si sono rivelati i meno disposti a pagare i supplementi per il bagaglio. Solo il 5,3% dei turisti del nostro Paese accetta di imbarcare in stiva un bagaglio quando il soggiorno non supera i tre giorni e la compagnia aerea ha un regolamento rigido. Molto più pronti a metter mano al portafoglio pur di portare con sé una valigia più grande sono risultati gli spagnoli e i francesi (rispettivamente a quota 33% e 23%). Secondo il il 38,2% dei viaggiatori italiani, si può giustificare il pagamento del sovrapprezzo bagaglio solo per una vacanza che supera la durata di una settimana.

Gli italiani, poi, sono anche tra i viaggiatori con la valigia più pesante: il loro bagaglio a mano per un viaggio di due-tre giorni pesa in media 6.5 Kg. Fanno peggio solo i Britannici, che si accollano una valigia da 7,3 Kg, mentre i tedeschi, che ci precedono di un posto nella classifica di chi ama viaggiare leggero, portano con se un chilo di bagaglio meno di noi.

Quando poi, tra vestiario a cipolla e valigie matrioska, arrivano ai piedi dell’aereo, gli italiani sono il popolo che si risente di più quando si trova nella necessità di dover comunque imbarcare la valigia in stiva perché il vano portabagagli è pieno (35% del campione). Il fatto di dover infilare una borsa dentro l’altra fa arrabbiare il 23,2% dei turisti italiani ed è uno dei punti più dolenti in assoluto quando si vola con un vettore low cost. E’ peggio solo il fatto di dover pagare eccessivamente il cibo a bordo (26.30% delle risposte), ma è considerato spiacevole anche il fatto di non riuscire a sedersi a fianco dei propri amici o familiari (20.20%).