"Ci siamo difesi, perché hanno sparato per primi verso mia moglie e io ho reagito". Così Daniele Ferretti, il gioielliere pisano che martedì ha reagito a un tentativo di rapina uccidendo uno dei tre banditi, ha spiegato l'accaduto agli investigatori. Secondo la Procura "sarebbero stati sparati 8 colpi, 2 da parte dei banditi e 6 dal gioielliere, 2 dei quali andati a segno". L'uomo è indagato per omicidio volontario. La vittima è un italiano.
E' stata quindi formalizzata l'iscrizione nel registro degli indagati, per il reato di omicidio volontario, per Ferretti. Questo atto è collegato all'espletamento di accertamenti irripetibili e all'autopsia sul rapinatore morto, ai fini di assicurare tutte le garanzie a difesa dell'indagato.
Bandito andò in negozio il giorno prima - Il gioielliere era sul retrobottega quando i due malviventi sono entrati in negozio: è stata la moglie ad aprire a uno dei due malviventi avendolo riconosciuto perché era passato la sera prima per visionare alcuni preziosi promettendo di tornare il giorno dopo essendo sprovvisto, aveva detto, di carta di credito.
La porta sbloccata dalla moglie - Secondo una prima ricostruzione dei fatti, che deve essere ancora verificata dalla visione delle immagini di videosorveglianza interna del negozio, la donna ha riconosciuto la persona che era venuta la sera precedente e gli ha sbloccato la porta, subito dopo i due banditi hanno estratto le armi e minacciato la moglie di Ferretti che è giunto dal retrobottega impugnando la pistola regolarmente detenuta e invitandoli a desistere.
Esplosi sei colpi - Per tutta risposta, invece, uno dei due malviventi ha fatto fuoco all'indirizzo della donna senza colpirla e Ferretti ha reagito esplodendo sei colpi, due dei quali hanno raggiunto la vittima: uno di striscio, l'altro ha trapassato il busto da una parte all'altra uccidendolo all'istante dopo essere penetrato da un braccio ed essere fuoriuscito dall'altro.
Il rapinatore era stato scarcerato da poco - Il rapinatore ucciso si chiamava Simone Bernardi, aveva 43 anni ed era originario del Lazio. Pregiudicato per reati specifici e uscito dal carcere Don Bosco di Pisa nei mesi scorsi, dove aveva scontato una precedente condanna per reati commessi altrove. Il commando in azione era composto da tre persone, due delle quali tuttora in fuga: il terzo è il bandito rimasto ucciso, che era anche l'unico ad avere agito con il volto travisato da una calzamaglia e da un paio di occhiali da sole.
Secondo gli inquirenti reazione legittima - Secondo gli inquirenti, stando a quanto si apprende, la minaccia subita dalla coppia è evidente da parte del sodalizio criminoso e la reazione sarebbe dunque legittima. Tutto si consuma in pochi, molto concitati secondi nei quali non è chiaro chi sia a sparare per primo ma dove si vede che il bandito morto cade a terra durante il conflitto a fuoco.