Al primo posto resiste il più classico dei metodi: lo studio individuale, utilizzando i libri di testo aperti centinaia di volte durante l’anno scolastico; è l’opzione preferita dal 41% dei maturandi per prepararsi all’esame di Maturità 2017. Almeno stando alle risposte date da oltre 1500 maturandi a una web survey di Skuola.net, che ha chiesto loro come si stanno organizzando per il ripasso generale prima della grande data.
Ripasso per la maturità, 9 su 10 scelgono la tradizione
Sarà forse una sorpresa, ma appena 1 su 4 (il 25%) in questo rush finale fa affidamento sui siti web e sui contenuti didattici reperibili online. Ma, al terzo posto di questa classifica sul metodo di studio più adottato, ritornano echi del passato: il 14% degli studenti, infatti, sta organizzando gruppi di ripasso con gli amici in casa oppure in biblioteca. Mentre il ripasso su bignami e appunti è ancor in auge tra l’11% dei ragazzi. Soluzioni queste che, prese assieme, vanno a coprire quasi la totalità dei maturandi, il 91%.
Maturità, la tecnologia resta ferma al palo
Tutte le altre scelte, infatti, raccolgono le briciole. Nell’immaginario degli studenti non servono a prepararsi efficacemente. Studiare con persone adulte (come genitori o parenti), ad esempio, è un tentativo che fa solo il 3%. Lo stesso si può dire per i metodi tecnologici: i gruppi WhatsApp o i servizi per condividere file sul cloud (come Google Drive o Dropbox) li usano appena il 2%. Ancora meno quelli che organizzano chat di gruppo su Skype, scaricano App per lo smartphone o navigano con il tablet (tutte opzioni ferme all’1%).
WhatsApp fondamentale per contattare i compagni
La musica cambia quando si tratta di confrontarsi, di contattare gli amici per fugare qualsiasi dubbio, per verificare se un argomento è stato compreso nella maniera corretta. Qui la parte del padrone la fa WhatsApp, usato dall’83% dei maturandi. E un altro 9% preferisce sentire come stanno le cose dalla viva voce dei compagni, così li chiama al telefono. Rigorosamente, però, ognuno per conto proprio: solo il 4% è solito andare a casa dei compagni. Quasi nessuno, invece, utilizza Skype (2%) o le e-mail (1%).
Anche chi cerca i prof. usa le chat
E se si volesse sentire un professore, per farsi dare una mano a districarsi tra i mille argomenti da ripassare? Anche qui, in molti scelgono WhatsApp (13%) per avere consigli in pillole. Ma per questioni più complesse si vira su posta elettronica e telefono (scelti entrambi dal 10%). Una quota marginale (2%) usa Facebook. Anche se, poi, l’aiuto dei docenti non è vista come una priorità: più della metà (55%) pensa di non contattarli affatto.