Il patto tra Pd, M5s, Fi e Lega è saltato e salta così la legge elettorale: il proporzionale con soglia al 5%, il Fianum, dal nome del relatore Emanuele Fiano. Proprio lui ha dichiarato che "la legge elettorale è morta" dopo che la Camera aveva approvato un emendamento apparentemente minore, ma non concordato e che M5s ha votato lo stesso. Il voto palese mette a rischio la riforma elettorale e la tenuta del governo.
I franchi tiratori - Il patto tra Pd, M5s, Fi e Lega che ha retto in Commissione Affari costituzionali, si basava sul fatto che ogni modifica fosse concordata da tutti i contraenti. In Aula M5s ha votato invece a favore di un emendamento, presentato dal suo deputato Riccardo Fraccaro e da Micaela Biancofiore di FI, su cui il Pd era fermamente contrario: in più, grazie allo voto segreto, si sono aggiunti i franchi tiratori sia della minoranza Pd che di Fi. E' stato cosi' approvato l'emendamento che elimina per il Trentino Alto Adige i collegi maggioritari, introducendo il proporzionale come nelle altre regioni.
Si è trattato di uno schiaffo al Pd che si era fatto garante con la Svp del mantenimento del Mattarellum: il partito della minoranza di lingua tedesca, con i collegi maggioritari riesce a eleggere più parlamentari formando poi in Parlamento dei gruppi che collaborano in pieno con i Dem.
Il capogruppo Pd Ettore Rosato ha detto che il mantenimento in Trentino Alto Adige del Mattarellum era "una pregiudiziale irrinunciabile". I voti della Svp in Senato sono essenziali "e a M5s lo avevamo spiegato". "Il Pd - si è sfogato - ha fatto lo sforzo più grande accettando il proporzionale, ed è stato tradito".
Accusa reciproche - Per M5s, con Danilo Toninelli, "traditori e irresponsabili" sono stati i Dem, dato che i franchi tiratori sono arrivati dalle sue fila e non di M5s che aveva annunciato alla luce del sole il suo sì all'emendamento.
Legge rinviata in Commissione - La legge è stata rinviata in Commissione, che il presidente Andrea Mazziotti ha convocato martedì per decidere cosa fare. Matteo Renzi sostiene che l'accaduto dimostra che è impossibile che il Parlamento approvi una legge elettorale, come chiede il presidente Mattarella, e che la maggioranza spaccata possa portare avanti la Legge di Bilancio in autunno.
Cosa succede ora - Di qui il rilancio dell'idea di un decreto tecnico per poi andare alle urne a settembre con l'Italicum e il Consultellum. Renzi una legge elettorale con la sola Fi non intende farla temendo le accuse di "inciucio" da parte di Grillo. La prossima settimana in Senato si voterà la manovrina e li si capirà se la maggioranza dopo gli strappi delle scorse settimane regge ancora.
Di parere opposto al Pd tutti gli altri partiti, da FI (uno stop alle urne è arrivato da Berlusconi) sino agli alleati più piccoli di governo. Maurizio Lupi (Ap) ha invitato il Pd a ripartire proprio dalla maggioranza di governo, anziché dalle opposizioni per la legge elettorale. Anche il presidente del Senato Pietro Grasso si è detto "fiducioso" che il dialogo riparta.