Bergamo, dipendente in malattia scalava le montagne: indagata per truffa
Appassionata di skyrunning, la donna si allenava su tracciati di oltre 50 km in vista di una competizione approfittando dei giorni di riposo
Ufficialmente era in malattia, in realtà partecipava a gare di corsa in montagna. Protagonista della vicenda una 30enne bergamasca, dipendente di una società di servizi di Brescia che, scoperta dalla Guardia di finanza di Costa Volpino, adesso è indagata per truffa. La donna, dopo un intervento chirurgico, aveva chiesto quasi 60 giorni di riposo in cui, però, ne approfittava per allenarsi in vista di una gara nazionale di skyrunning con un tracciato di oltre 50 chilometri e dislivelli per 8.400 metri.
Secondo l'accusa delle fiamme gialle, durante il periodo di malattia e negli orari in cui aveva l'obbligo di reperibilità, invece di riposare e curarsi a casa o in un altro luogo (che avrebbe dovuto comunque comunicare), la trentenne si allenava regolarmente in vari percorsi montani della provincia di Bergamo, arrivando ad alloggiare, in occasione della gara, in un albergo a quasi 150 chilometri di distanza da casa. Non era neppure la prima volta: sempre nel periodo della malattia infatti la runner aveva partecipato anche ad altre quattro competizioni.
Ipotesi reato di truffa - La Finanza ha spiegato anche che la dipendente, con raggiri, sarebbe riuscita a farsi rilasciare dai medici certificati finalizzati all'astensione dal lavoro, "inducendo in errore sull'effettiva sussistenza della malattia sia gli stessi medici che il proprio datore di lavoro e l'Inps, procurandosi un ingiusto profitto pari alla retribuzione indebitamente percepita". Alla donna è stato notificato l'avviso della conclusione delle indagini preliminari per l'ipotesi di reato di truffa aggravata ai danni di un ente pubblico dello Stato e ora rischia anche il posto.
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