Russiagate, Comey: "Trump mi disse di abbandonare le indagini su Flynn"
In una conversazione datata 27 gennaio, il tycoon avrebbe inoltre chiesto "lealtà" all'ex capo dell'Fbi. L'avvocato del presidente: "Bene, si sente scagionato"
"Donald Trump mi ha chiesto di lasciare andare le indagini sull'ex consigliere alla sicurezza nazionale Michael Flynn. 'E' un bravo ragazzo', mi ha detto". E' quanto afferma l'ex capo dell'Fbi, James Comey, nella dichiarazione scritta con cui giovedì aprirà la sua audizione in Senato. In una conversazione del 27 gennaio, il tycoon avrebbe inoltre chiesto "lealtà" a Comey. L'avvocato del presidente: "Trump si sente scagionato e vuole guardare avanti".
Trump chiese di insabbiare l'inchiesta - I media Usa puntano il dito contro Donald Trump per aver tentato di insabbiare l'inchiesta e ora la dichiarazione esplosiva di Comey potrebbe dare il via all'impeachment per il presidente. Una deposizione temutissima, che l'inquilino della Casa Bianca ha deciso di non bloccare rinunciando al "privilegio esecutivo", ma che potrebbe segnare l'inizio della fine della sua presidenza se l'ex direttore del Bureau, come sembra, confermerà le pressioni da lui subite nel Russiagate prima di essere silurato.
Il presidente Usa chiese di dichiarare che non era indagato - Quanto alle indagini sulla Russia, il magnate gli avrebbe chiesto di "togliere la nube" che comprometteva la sua capacità di agire per il Paese e di rendere noto il fatto che non era indagato. Comey ha raccontato anche che era preoccupato che la cena fosse in parte finalizzata "a creare una sorta di relazione di sostegno". Con il presidente inoltre ebbe ben nove colloqui faccia a faccia in quattro mesi, di cui tre in persona e sei al telefono. Una vera spada di Damocle proprio nel giorno in cui Michael Rogers, capo della National Security Agency, e Dan Coates, direttore della National intelligence, sembravano essere venuti in suo soccorso: pur rifiutandosi di parlare dei colloqui con Trump, entrambi hanno sostenuto davanti alla stessa commissione del Senato di non aver mai ricevuto ordini per fare alcunché di illegittimo, né di essersi mai sentiti sotto pressione.
Il senatore reppubblicano McCain: deposizione inquietante - Le anticipazioni della deposizione di Comey sono state definite "inquietanti" dal senatore repubblicano John McCain e ora rischiano di oscurare anche la buona mossa per sostituirlo alla guida dell'Fbi, un "outsider" che sembra riscuotere un consenso generale. Il tycoon ha infatti annunciato via Twitter la nomina di Christopher A. Wray. Laurea in legge a Yale, Wray, 57 anni, è stato procuratore federale ad Atlanta e poi, dal 2003 al 2005, assistant attorney general al Dipartimento di Giustizia, dove è stato responsabile della divisione criminale specializzandosi nelle frodi finanziarie delle società. Si è distinto anche nelle azioni dello stesso dipartimento contro il terrorismo dopo gli attacchi dell'11 settembre. Poi è passato allo studio legale internazionale Kink & Spalding. Tra i potenti che ha difeso, il governatore del New Jersey Chris Christie, nel Bridgegate. E' un sostenitore dei repubblicani ma non è noto come uomo di parte. Fatto singolare: ha lavorato agli ordini di Comey e nel 2004 gli avrebbe assicurato fedeltà nel braccio di ferro tra l'allora attorney general ad interim e Bush, che voleva l'avallo del dipartimento alle intercettazioni telefoniche senza autorizzazione.
Casa Bianca: tempismo interessante - "Non so se il presidente Trump ha avuto modo di esaminarla in dettaglio, ma trovo che il tempismo della diffusione della deposizione di James Comey sia abbastanza interessante, subito dopo l'audizione dei capi dell'intelligence Usa al Senato". Lo ha detto ai giornalisti la vice portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders.
Ryan: inappropriato l'intervento di Trump - E' "inappropriato" per un presidente chiedere lealtà al capo dell'Fbi: lo ha detto lo speaker della Camera Paul Ryan, commentando uno dei passaggi della dichiarazione di domani al Senato di James Comey, in cui l'ex capo dell'Fbi sostiene che Donald Trump gli chiese "fedeltà".
Giuristi divisi sulla richiesta di impeachment - Sono divisi i giuristi sul fatto che le dichiarazioni dell'ex capo dell'Fbi James Comey nell'ambito del Russiagate possano portare o meno a un impeachment di Donald Trump per ostruzione della giustizia. Secondo Andrew Wright, docente di legge criminale alla Savannah Law School, la deposizione dimostra che il presidente stava facendo il possibile per far chiudere l'indagine sul suo ex consigliere per la sicurezza Michael Flynn. Ma Bruce Green, un professore di legge alla Fordham University School of Law, sostiene che sarà difficile dimostrare che Trump intendeva ostacolare la giustizia. Il presidente, a suo avviso, potrebbe dice che stava solo garantendo per Flynn e manifestando le sue preoccupazioni su come l'inchiesta stesse interferendo con la sua capacita' di espletare efficacemente le sue funzioni.
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