Un po’ defilata per la sua posizione geografica nell’estremo sud-est dell’Europa la Bulgaria, grande un terzo dell’Italia e con soli 8 milioni di abitanti, una bassa densità (70 ab/kmq), finora è rimasta ai margini dei percorsi turistici del continente e risulta pertanto meno conosciuta di quanto le sue valenze storiche e culturali, con ben nove siti riconosciuti dall’Unesco come patrimonio dell’umanità, meriterebbero.
Dal 2007 fa parte dell’Unione Europea: la Bulgaria è una nazione che sta cercando con fatica di adattarsi al mondo moderno e all’economia. Confina con Romania, Serbia, Macedonia, Grecia e Turchia, occupata al centro per 600 km dalla catena dei Balcani centrali, alti fino a 2.000 m, e a sud dal Radope che sfiora i 3.000, si affaccia per 300 km sul Mar Nero, dove sfocia il Danubio, le cui spiagge – per decenni appannaggio della nomenklatura sovietica, ospitano in estate milioni di villeggianti.
Antiche chiese e monasteri - Il clima è continentale, con estati calde e inverni freddi, più mite sul mare; il terreno è fertile, ricco di acque e di risorse minerarie. Le montagne ospitano boschi e foreste di latifoglie e conifere, con il 5 % del territorio protetto. L’ 85 % della popolazione è cristiano-ortodossa, il 13% musulmana; la maggior parte del patrimonio artistico risulta costituita da antiche pregevoli chiese e monasteri ortodossi, per secoli fari di cultura e di identità nazionale. Ancora oggi girando per le campagne capita di vedere contadini al lavoro con asini, cavalli e carretti, ma alla sera li troverete nelle loro case davanti alla televisione con tanto di antenne paraboliche. Attenzione nel chiedere informazioni: i bulgari dicono si e no con la testa al contrario di noi.
Una sosta nei “mehanas” - Un possibile itinerario alla scoperta della Bulgaria è suggerito dall'operatore Apatam viaggi e non può che partire da Sofia, nel centro-ovest sulla strada tra Belgrado e Costantinopoli, capitale da fine ‘800 e maggior città industriale dei Balcani, ricca di preziose testimonianze religiose ottomane e ortodosse come il ciclo di affreschi duecentesco della chiesa di Bojana, patrimonio Unesco; da non perdere i mehanas, ristoranti tradizionali stile taverna e i chioschi che vendono i banitsi, deliziose tartine con formaggio. Si parte per il cinquecentesco monastero di Troyan, famoso per il suo ciclo di affreschi e centro politico e culturale della Rinascita bulgara, e si prosegue per Veliko Tarnovo, antica capitale medievale ricca di chiese e di palazzi nobiliari, con visita al villaggio museo all’aperto di Etara ed alla Tomba del principe tracio di Kazanlak che risale al IV secolo A.C. ed è sito Unesco. Kazanlak è la regione di coltivazione delle rose.
Il medioevo bulgaro - Si prosegue per Plovdiv, città cosmopolita con edifici costruiti nello stile del “barocco di Plovdiv”, per il monastero di Bachkovo, costruito nel 1083 e ricco di tesori, libri antichi e pregevoli affreschi, quindi per Stara Zagora, la romana Augusta Traiana fondata dall’imperatore omonimo come importante città della provincia della Tracia, con visita del singolare Museo Neolitico. Prima di ritornare nella capitale avanti ancora per Koprivshtiza, che ospita alcune delle più caratteristiche case bulgare costruite interamente in legno tra 1700 e 1800, per il trecentesco monastero di Kremikovzi, uno dei tanti costruiti in quell’epoca attorno a Sofia, concentrato di capolavori pittorici degli artisti della celebre scuola di Tarnovo, dove il colore si presenta solenne e armonioso, il tratto elegante, le figure plastiche e vitali, e infine per il monastero di Rila, il più importante del paese e sito Unesco, edificato nel X sec. come principale centro del cristianesimo ortodosso.
La Rosa damascena - Apatam viaggi propone la partenza per il 30 maggio 2017, in concomitanza con il Festival delle Rose, la più importante manifestazione folcloristica del paese. Da tempo immemore la regione di Kazanlak è il centro della coltivazione della Rosa damascena, un’odorosa varietà che dona euforia e rappresenta un afrodisiaco naturale, dai cui petali colti all’alba si ricava un olio impiegato in profumeria e per fare marmellate, liquori e saponi.