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A "Le Iene", il figlio di Escobar, il re della droga: "Narcos glorifica mio padre"

"Da quando la serie è stata trasmessa, ricevo molti messaggi di ragazzini che vogliono diventare come lui. Chiedo più rispetto per le vittime dei cartelli criminali"

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Ha tagliato tutti i legami con il mondo della criminalità e con il padre, a iniziare dal nome, cambiato da Escobar in Marroquin e lo ha fatto perché stanco della violenza e della brutalità dei cartelli della droga colombiana. Juan Sebastian, figlio di Pablo Emilio Escobar Gaviria, noto al mondo come "il re della cocaina", si tiene alla larga dal crimine e dalla pesante eredità del padre. E lo fa tentando di trasmettere messaggi di legalità. A iniziare dall'invettiva che ha scagliato contro la serie di Netflix " Narcos" improntata proprio sulle gesta di Pablo Escobar: "Non sono contrario a raccontare storie su mio padre, sono invece contrario che si glorifichi la vita dei criminali" racconta ai microfoni de " Le Iene". "Da quando sono state pubblicate le serie, ricevo molti messaggi da parte di ragazzi che vogliono seguire le sue orme: comandare, picchiare, farsi largo con la violenza".
Lui, architetto che ha scelto di continuare a vivere in Colombia, spera in un futuro diverso per il suo Paese e per città considerate "perdute" come Medellín, la "capitale del narcotraffico mondiale" ed è convinto che ciò passi necessariamente per l'educazione impartita ai ragazzi: "Ho più volte offerto a Netflix le mie consulenze per rimediare agli errori della sceneggiatura, ma non mi hanno ascoltato, e così hanno anche infangato il nome di mio zio, un onesto venditore di Bibbie ucciso da una organizzazione paramilitare, mentre loro lo presentano come un criminale morto in un conflitto a fuoco con la polizia". Quindi conclude: "Considero Pablo Escobar come il miglior papà del mondo, ma non dimentichiamo che è stato anche uno dei banditi più pericolosi al mondo".

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