Voto, Alfano e orlandiani contro Renzi | Fi e Pd: "Approvare ddl entro il 7 luglio"
"Questa impazienza di andare alle urne costerà al Paese miliardi", avverte il ministro degli Esteri. E gli orlandiani dicono no al proporzionale con soglia al 5%
Alcuni giornali "hanno sostenuto che Berlusconi è in disaccordo con la soglia di sbarramento del 5%: è esattamente il contrario, fosse per me la porterei all'8%". Lo ha detto lo stesso leader di Forza Italia. Sulla legge elettorale è intervenuto anche Angelino Alfano: "Non abbiamo posto la questione della soglia, ma una questione di principio sulla legge elettorale, perché ci uniremo ad altri e supereremo il 5%".
"In questo momento così delicato - ha spiegato Alfano - non si vota per la legge elettorale, ma si vota lo scioglimento delle Camere e io non capisco l'impazienza del Pd di portare l'Italia al voto tre o quattro mesi prima in piena legge di stabilità. Rivolgo un appello al Pd prima della loro Direzione: pensino all'Italia e al danno che questa impazienza di rientrare a Palazzo può fare all'economia".
Accordo Fi-Pd su legge elettorale e tempi - Al termine dell'incontro Pd-Fi Renato Brunetta ha detto che l'intesa tra i due gruppi non riguarda solo i contenuti ma anche i tempi di approvazione, con l'approdo in Aula alla Camera il 5 giugno e il sì del Senato "entro la prima settimana di luglio". E sulla data delle elezioni dice: "E' legata all'iter parlamentare della legge elettorale, ma per noi può andare bene anche il 24 settembre".
Direzione del Pd, no minoranza in segreteria - In attesa della conclusione della direzione del Pd, si apprende che la minoranza non entrerà nella segreteria che sarà annunciata dallo stesso Renzi: non ci sarebbe spazio né per Orlando né per Emiliano. "Noi ascolteremo - spiega il capogruppo alla Camera di Ap, Maurizio Lupi -. Poi, nella nostra direzione, quella di Ap, giovedì, valuteremo il da farsi. Non minacciamo. Quanto alle dimissioni (dei ministri di Ap dal governo, ndr) non è un'ipotesi che stiamo valutando. Comunque abbiamo ancora due giorni per lavorarci".
Dagli orlandiani no al proporzionale con soglia al 5% - Anche i 31 senatori orlandiani rivolgono il loro appello al Partito democratico, in un documento firmato da Vannino Chiti che dice no al proporzionale con sbarramento al 5%: "Puntare ad elezioni in autunno, subordinando a questa scelta la legge elettorale, rischiando l'esercizio provvisorio di bilancio che alimenterebbe spinte ad attacchi di speculazione finanziaria, colpendo finanze pubbliche, imprese e cittadini, significherebbe assumersi la gravissima responsabilità di un salto nel buio". E ancora: "Sarebbe un grave azzardo far coincidere le elezioni con la sessione di bilancio. L'aumento dell'Iva a questo punto non è un rischio ma un'elevata probabilità. Se si vuole votare prima il modo c'è: si approvi prima la legge di bilancio, si può fare. Non si può correre e dire 'speriamo vada bene'".
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