Maria De Filippi è soddisfatta. "Amici" ha chiuso la stagione dominando la serata in tv e sui social e incoronando un ballerino, Andreas Muller, che ha riportato la categoria danza al successo dopo undici anni. Un altro ballerino, Sebastian Melo Taveira, ha vinto il premio della critica assegnato dai giornalisti, ma fa festa anche Riccardo, il cantante finalista, che con il suo ep è volato al primo posto nelle classifiche musicali. Maria, però non si ferma, e guarda già avanti.
Cosa c'è nel futuro del talent?
Amici è un format mutante, le nuove generazioni ci arricchiscono con qualcosa che prima non c'era, arrivano con un bagaglio di esperienze che è cambiato negli anni. Siamo noi che ci adeguiamo a loro, non il contrario. I ballerini non hanno più solo una formazione classica, ma sono bravissimi anche nell'hip hop e nella danza moderna in genere. Anche nel canto qualcosa è cambiato. Non avrei pensato che un giorno i ragazzi ammessi alla scuola venissero portando da casa pezzi originali e basi musicali inedite, fatte anche con strumentazioni più evolute di quelle che abbiamo noi. Mi piacerebbe dare più spazio, sviluppare questo tipo di talento. Per la prossima edizione vorrei trovare un cantante bravo che possa cantare su basi create da altri.
Ha mai pensato a far tornare la categoria della recitazione?
Non direi, in passato non ha funzionato come volevamo. Ma il ballerino è anche un attore, nei quadri di Giuliano Peparini non c'è solo danza c'è anche recitazione. In realtà avrei un altro sogno...
Cioè?
Vorrei aggiungere ai talenti italiani nella danza e nel canto anche ragazzi inglesi, spagnoli e francesi. Mi piacerebbe fare un casting internazionale, non prendere giovani già vincitori di talent nei loro Paesi. E' un sogno che però mi hanno già frantumato, perché mi è stata fatta un'obiezione decisiva legata alla lingua: 'come ci parli?'
Qualche rimpianto per qualcosa che non è andato in questa stagione?
No, Amici mi rende sempre contenta, la fatica viene meno stando con i ragazzi. Il bilancio di quest'anno è positivo, e, per quel che mi riguarda, è merito anche del Festival di Sanremo. Salire sul palco dell'Ariston è stata una bella esperienza, anche se, porca miseria, non me la sono goduta perché ho vissuto quei giorni che non finivano mai con tanta paura. Era come una giostra che continuava a girare