Pagamenti: ancora troppi ritardi nella pubblica amministrazione
La situazione più drastica nella sanità pubblica e nelle Asl, dove la quota di imprese puntuali è praticamente nulla. Meglio, invece, gli enti territoriali
Il 2017 mostra all'avvio ancora difficoltà per i pagamenti delle aziende della pubblica amministrazione. Nel primo trimestre dell’anno, nonostante si rilevi un aumento - rispetto allo stesso periodo del 2010 - delle aziende che sono riuscite a saldare i debiti con i propri fornitori entro la scadenza, si registra però anche un aumento di quelle che saldano in grave ritardo.
È il quadro che emerge dall’ultimo osservatorio del Cribis sui pagamenti della Pubblica amministrazione, secondo cui ad oggi meno di un’azienda su quattro è puntuale nei pagamenti. Più precisamente solo il 23,6% delle aziende in questione ha saldato alla scadenza i propri debiti economici con i fornitori, contro il 35,6% della media del totale delle imprese italiane.
La Pubblica Amministrazione fa pure peggio se si considerano invece i gravi ritardi, un indicatore - come spiega il Cribis - molto importante per determinare lo stato di salute di un’impresa. Secondo le rilevazioni il 24% delle aziende della P.a. salda i propri fornitori con oltre un mese di ritardo, una quota ben superiore rispetto al 12% della media nazionale.
Tuttavia, come anticipato, qualche segnale incoraggiante c'è. Rispetto al 2010 il numero di aziende della pubblica amministrazione puntali nei pagamenti è aumentato del 12,1%. Allo stesso tempo però, il Cribis ha rilevato anche un aumento dal 20% al 24% della quota di aziende con ritardi nel saldo delle fatture.
Preoccupante il fatto che alcuni settori presentino quote veramente esigue di aziende puntuali. Il più eclatante è il caso della sanità e delle Asl, per le quali si rileva una quota pressoché nulla. Il 44,6% salda infatti con un ritardo inferiore a un mese, mentre il 55,4% paga con grave ritardo.
Controbilanciano invece gli enti territoriali, tra i quali il 14,8% risulta puntuale nei pagamenti contro il 57,2% che pagano entro un mese di ritardo e il 28% che invece salda oltre questo lasso di tempo.
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