Nata a Novara, Benedetta Boroli è un’intraprendente designer di talento. La profonda attrazione per le calzature è un’eredità di famiglia, che conquista il suo cuore sin da bambina. In occasione della spring-summer 2017, lancia la sua prima collezione di scarpe.
Realizzare i desideri delle donne è l’obiettivo del brand Benedetta Boroli, come una freccia che centra il bersaglio. Creazioni contemporanee, femminili ed eleganti, che si distinguono per linee classiche, semplici e pulite, sfumature cromatiche intense e vivaci, eccellenza artigiana del Made in Italy, innovativi accostamenti di materiali tradizionali con quelli più moderni e tecnologici.
Milano, città d’adozione della giovane stilista, amante dell’architettura e delle proporzioni, è ispirazione e fil rouge delle sue collezioni: tecnologia e romanticismo, passato e futuro, tradizione ed innovazione si fondono in un equilibrio armonioso in ogni sua creazione.
Benedetta, quando hai scoperto la tua passione per la moda e per il design? Ricordi qualche episodio particolare della tua infanzia che abbia fatto accendere in te la scintilla per le calzature?
Nel mio caso posso proprio dire che la passione si tramanda. Mia nonna era una vera patita di scarpe, aveva degli armadi enormi in cui da bambina mi perdevo. Trascorrevo pomeriggi interi nelle sue stanze, la mia fantasia prendeva il largo e mi ritrovavo quasi inconsapevolmente a “sfilare”, indossando i suoi tacchi, di ogni foggia e colore…Durante gli anni del liceo mi piaceva moltissimo disegnare, scarpe in particolare. Navigavo su internet alla scoperta di nuovi brand di cui, quasi per gioco, cercavo di riprodurre i modelli.
Qual è stato il tuo percorso formativo?
Dopo la maturità, mi sono trasferita a Milano per frequentare la facoltà di Economia e gestione dei beni culturali. Provenendo da una famiglia di imprenditori, la cosa più naturale per me è stata quella di intraprendere un corso di studi tradizionali. La materia economica, infatti, rispondeva a quei valori che mi erano stati trasmessi sin dall’adolescenza. Non mi ero ancora soffermata sulla mia naturale predisposizione per la creatività, implicitamente sceglievo la strada più affine al mio ambiente di nascita, accantonando i miei più intimi obiettivi personali. Dopo la laurea, ho lavorato nelle produzioni di due televisioni per bambini, Disney Channel e Dea Kids, e in Sky Italia, ma ben presto ho realizzato che quella non sarebbe stata la mia strada… e finalmente la mia vocazione è uscita allo scoperto! Mi sono iscritta ad un corso di design e sviluppo collezione e ad un corso di modelleria e prototipia presso l’Ars Sutoria di Milano, scuola di respiro internazionale, che mi ha fornito importanti competenze tecniche, permettendomi anche di creare un network di ampio respiro nel settore. Successivamente mi sono trasferita per circa un anno in Veneto, nelle zone della riviera del Brenta, e lì ho maturato un’esperienza diretta a contatto con le realtà artigiane del territorio, in particolare con un’azienda di consulenza in materia di design calzaturiero. Ho così potuto seguire in prima persona tutto l’iter del processo produttivo: dalla creazione dei concept, alla scelta dei materiali, sino al confezionamento dei prototipi da sottoporre ai clienti. Ho così appreso i segreti per la realizzazione di una vera e propria collezione.
Quando è nato il marchio Benedetta Boroli? Qual è il significato del tuo logo, una freccia stilizzata che sembra puntare dritto verso l’obiettivo?
Il mio brand è nato con la collezione SS17, oggi in vendita nei negozi. Al momento ho presentato la mia seconda collezione per l’inverno e a breve sarà la volta della prossima primavera-estate… Desideravo un logotipo evocativo, che desse immediata riconoscibilità al mio marchio. Dopo una lunga ricerca, la scelta è ricaduta su una freccia stilizzata, non secondo i canoni navahos, ma più essenziale e all’avanguardia. Tirare con l’arco è un mio hobby e la tecnologia è un elemento fondante delle mie creazioni, volevo che questo aspetto trasparisse dalla prima immagine del mio prodotto. Si tratta inoltre di una freccia verticale, che simboleggia la volontà di raggiungere un obiettivo, ma che al tempo stesso trasmette la sensazione dell’altezza dei tacchi. Anche le lettere del mio nome, tutte minuscole e in abbinata al logo, sono molto verticali e puntano verso l’alto!
© ufficio-stampa
Che importanza assumono per te i materiali? Possiamo affermare che costituiscono il tuo punto di forza?
La predilezione per i materiali è alla base di tutte le mie creazioni. Mi piace giocare con la materia prima, utilizzare materiali tecnici, che di solito non si ritrovano nelle scarpe da donna di alta gamma. Mi diverte creare un mix tra composti innovativi come neoprene, lycra, tessuti a rete, pellami gommati, glitter e zip, che tradizionalmente vengono impiegati per la realizzazione delle sneakers, e materiali più classici come il camoscio, il vitello, le nappe e le vernici, inserendo il tutto su strutture rigorosamente eleganti. Ad esempio, per il prossimo inverno, ho ideato una capsule collection che s’ispira al tema “space”, sfruttando la tridimensionalità cangiante di particolari intrecci olografici.
Le mie collezioni non prevedono calzature sportive, ma soltanto scarpe molto femminili e raffinate, che si tratti di una ballerina o di un tacco 10. Il mio intento è quello di nobilitare materiali mutuati dall’ambito dello sportswear, per riproporre nei miei modelli la mia doppia anima: sono una ragazza sportiva che però non rinuncerebbe mai al bello e all’eleganza.
Che cosa ti ispira quando disegni i tuoi modelli?
Innanzitutto Milano, dove vivo ormai da dieci anni. Mi piace assistere al cambiamento di questa città al passo con i tempi: grattacieli all’avanguardia spesso si inseriscono in contesti storici ricchi di tradizione. Ed è proprio in questo aspetto che trovo un forte parallelismo con l’impronta delle mie collezioni. Ad ogni modello, infatti, ho attribuito il nome di un quartiere, di una via o di un punto focale della città che ne rispecchi e ne identifichi lo stile.
Di recente ho fatto un viaggio in Tanzania dove ho scoperto, inaspettatamente, moltissime specie di uccelli dai più incredibili piumaggi cangianti, i cui colori si adattano alla perfezione sia ai pellami classici che ai materiali tecnici. Ho deciso di ispirarmi a quelle cromie per la mia nuova collezione. Le scarpe della FW18 si tingono dei toni dell’ambra, del porpora, del verde, secondo sfumature diverse e particolari…impossibili da descrivere a parole…le vedrete!
Esiste un’occasione particolare per indossare le tue calzature? A quale figura femminile ti rivolgi?
Non propongo un unico modello di scarpa, le mie collezioni spaziano dalla ballerina rasoterra alla décolleté tacco 8-8 e ½ o persino 10. Sono tutte calzature versatili, sia per l’altezza dei tacchi sia per la classicità della struttura di base: possono essere abbinate con naturalezza ad un jeans o ad un abito da sera. Sono modelli per qualsiasi occasione, pensati soprattutto per le donne di oggi, che lavorano tutto il giorno e la sera escono direttamente a cena, senza avere il tempo per cambiarsi. Mi rivolgo quindi ad una figura femminile moderna, dinamica, determinata, che non vuole però rinunciare alla propria femminilità ed eleganza e che desidera sentirsi sexy, anche indossando un rigoroso tailleur da ufficio. Interpreto la scarpa come un elemento graffiante, che dona sensualità e personalità ad ogni look.
La tua è una brillante carriera agli esordi. Cosa sogni oggi per il futuro del tuo brand?
Mi piacerebbe aprire un negozio monomarca, magari a New York, città che amo e dove ho avuto la fortuna di vivere. Questo sì, sarebbe il mio grande sogno…forse un giorno, chissà!