"Stanno tentando di uccidermi...", "Ho paura per la mia vita", così Michael Jackson scriveva ad un amico di lunga data, poche settimane prima di morire per un sovradosaggio di Propofol sedativo. Adesso l'amico, Michael Jacobshagen, ha deciso di rendere pubbliche le 13 lettere che la popstar gli aveva inviato e nelle quali svelava le sue più profonde preoccupazioni, supportando così le teorie che il cantante sia stato assassinato.
Sulla morte di Jackson è quindi sempre più giallo. E se finora la teoria di un assassinio aveva come principale sostenitrice la figlia Paris Jackson queste 13 lettere aprono nuovi scenari interpretativi e sostegno di una morte non voluta.
Durante un'intervista per una trasmissione televisiva australiana Jacobshagen ha raccontato di essere stato chiamato in Germani, dove si trovava in quel momento, dall'amico Michael in lacrime, che gli chiedeva di tornare in America per stare con lui a Los Angeles. Sarebbe stato proprio in quell'occasione che il cantante avrebbe consegnato le lettere all'amico rivelandogli quanto fosse preoccupato per la sua vita. "Mi fanno molta pressione... sono preoccupato per la mia vita", avrebbe scritto Jackson e non si capisce se quel "loro" di cui parla, stia per i promotori della AEG, che stavano organizzando per lui un tour in Inghilterra o per qualcun altro. "Durante quei giorni che hjo passato con lui Michael era emotivamente molto provato...", ha detto Jacobshagen. Adesso bisognerà capire cosa davvero turbasse la popstar.