In arrivo nel 2018

La Cina sfida Wikipedia e annuncia la sua enciclopedia digitale online

L'Accademia delle scienze di Pechino annuncia il progetto di Yang Muzhi, che sogna di costruire una "Grande Muraglia della cultura"

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Le enciclopedie online come il colosso Wikipedia sono una risorsa molto utile, ma gli utenti cinesi ne hanno un accesso solo parziale, con molti contenuti censurati. Ciò nonostante, un nuovo ambizioso progetto di Yang Muzhi annunciato all'Accademia cinese delle scienze di Pechino intende costruire una vera e propria "Grande Muraglia della cultura", con l'aiuto di circa 20mila accademici e ricercatori selezionati, per rendere disponibile tutto il sapere del mondo secondo i dogmi del Partito comunista.

È già stata ribattezzata "Chinapedia" perché, con le sue 300mila voci suddivise in 103 categorie, farà concorrenza all'enciclopedia online più famosa del mondo. L'idea di rendere l'Enciclopedia cinese disponibile online era stata approvata nel 2011 dal governo di Pechino, ma restano i dubbi sulla reale riuscita, soprattutto considerando che, in Cina, sia i libri di carta che quelli virtuali vengono sottoposti a una stretta censura.

A differenza di Wikipedia, la digitalizzazione non vedrà i contributi di volontari e le diverse voci non potranno essere modificate liberamente. L'impresa si preannuncia ardua, soprattutto perché, molto ottimisticamente, l'obiettivo sarebbe quello di riuscire ad andare online già nel 2018. "Il nostro obiettivo non è di raggiungere, ma di superare", spiega il direttore esecutivo del progetto Muzhi parlando del compito di "guidare il pubblico e la società" che l'enciclopedia avrà una volta disponibile.