NELLA CASA PER ARTISTI "ESPINASSE 31"

I sogni di carta di Caterina Crepax: "Come Valentina do forma al mio lato onirico"

Ha inaugurato la casa per artisti Espinasse31 con la sua collezioni di abiti di carta

di Laura Lesquier

© instagram

Sono stati i "sogni di carta" di Caterina Crepax, ispirati al mondo onirico di Valentina, ad inaugurarare la sede milanese della casa per artisti Espinasse31. Una collezione di abiti di alta classe, realizzata completamente in carta, come ha raccontato l'artista a Tgcom24: "A volte ho un progetto in testa e vado a cercare la carta giusta, mentre a volte è il materiale stesso, con le sue particolarità, ad ispirarmi".

Fondata nel 2016 da Antonio Castiglione, la residenza d'artista Espinasse31 ha inaugurato la sede milanese con il vernissage evento "Street & Pop Meet Fashion". La casa per artisti, legata alla comunità urbana, ha ospitato nel suo spazio le opere di cinque talentuosi artisti: Carlos Cesar Alves, Caterina Crepax, Alex Korolkovas, Jenny Perez e Flavio Rossi. Tutti creativi che vantano un lungo elenco di esibizioni a livello internazionale e che sono stati scelti per la connessione con il mondo del fashion, oltre che per un originale senso estetico che li rende riconoscibili a prima vista.

Ad aggirarsi tra i quadri in mostra, come altrettante opere viventi, le modelle di Caterina Crepax con indosso i capi della collezione "sogni di carta". A Tgcom24 l'artista, figlia di Guido Crepax, ha raccontato com'è nata la sua passione per la carta e come si è avvicinata al mondo delle passerelle.

I tuoi capi sono vere e proprie sculture, quanto il tuo essere architetto ha in?
C'è tanto dell'architetto nella costruzione dei miei abiti, così come c'era nel lavoro di mio padre. Sono interessata al rapporto con lo spazio, alla messinscena.

Gli abiti non calcano solo le passerelle, ma anche i palcoscenici...
Sì, sono stati utilizzati per un'opera di Pirandello e recentemente anche per "Sermones", spettacolo-monologo di Francesca Bartellini. Mi piace vederli in scena, farli interagire con lo spazio.

Come scegli i materiali con cui lavorare?
Per i miei capi utilizzo completamente la carta, di varia natura: da quelle pregiate orientali a carte di uso comune. Ho anche ritagliato tanti dei miei libri di architettura per farne abiti 'architettonici'. A volte ho in testa prima ciò che voglio realizzare e vado a cercare la carta giusta, mentre a volte succede il contrario ed è il materiale a ispirarmi.

Un materiale che ti lega a tuo papà Guido...
Esatto. Mio papà lavorava sempre nello studio di casa e mentre lui disegnava sulla carta io rendevo i disegni tridimensionali, li ritagliavo e li facevo uscire dal foglio. Fin da bambina sono stata attratta dalla terza dimensione.

Come ti sei avvicinata al mondo della moda?
E' nata come una passione, ma poi le mie opere sono piaciute e hanno iniziato a chiamarmi dal mondo dell'arte e della moda. Per esempio alla Fashion Week di San Paolo ho riprodotto con la carta venti modelli di alcuni stilisti presenti.

Quanto ti ha influenzato l'icona di Valentina come artista e come donna?
In Valentina mi ci riconosco. Come lei sono una donna molto seria e rigorosa sul lavoro, ma in me c'è anche un lato più creativo e selvaggio. Appartiene alla dimensione onirica, per questo ho ribattezzato i miei abiti "sogni di carta".

C'è un modello a cui sei particolarmente legata?
Sì, è un abito che si chiama "Metropolis". E' una sorta di donna-città, ha un legame molto forte con i miei studi di architettura. Ci sono affezionata perché l'ho realizzato insieme a mio figlio, che è appassionato di mappe cittadine. Si vede che la carta è proprio una passione di famiglia (ride ndr.). Quel pezzo non lo venderò a nessun prezzo!

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