A 11 anni dall'omicidio

Venezia, seppellì viva l'amante incinta al nono mese: è bufera sul permesso premio al killer di Jennifer

La 20enne fu uccisa nella notte tra il 29 e il 30 aprile del 2006. Condannato a 30 anni per omicidio, Lucio Niero ha trascorso una domenica in famiglia: la polemica alimentata dalla rabbia del padre della vittima

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Una domenica in famiglia a Castelfranco Veneto (Treviso), dalle 8.30 alle 23.30, grazie a un permesso premio. Di questo ha goduto Lucio Niero, 45 anni, condannato a 30 anni di carcere nel 2008 per aver ucciso, seppellendola viva in una buca dopo averla massacrata, la ventenne Jennifer Zacconi, sua amante, incinta al nono mese del piccolo Hevan. Il decreto che ha accolto la richiesta dello stesso Niero è finito così al centro delle polemiche. A urlare tutta la sua disapprovazione è stato il padre della vittima, Tullio, a pochi giorni dall'undicesimo anniversario della morte della figlia, sopraggiunta nella notte tra il 29 e il 30 aprile 2006. "Ho solo rabbia", dice.

"Chi paga è la vittima e basta, il carnefice non paga niente", ha affermato il padre di Jennifer Zacconi, che venne massacrata a calci e pugni e sepolta viva in una buca a Maerne di Martellago undici anni fa dal suo amante, che non voleva quel figlio.

"Ringraziamo le istituzioni, il governo che abbiamo, le leggi che ci sono - continua papà Tullio nel suo sfogo. - Se dopo undici anni e con due omicidi sulle spalle mandano fuori un assassino anche soltanto per una giornata, dentro di me non posso che avere rabbia".