Google dichiara guerra a fake news e contenuti violenti e offensivi. La strategia passa attraverso cambiamenti "strutturali" all'algoritmo che regola il funzionamento del motore di ricerca, che darà la precedenza a pagine web di qualità. La regola d'oro sarà quella di assegnare un peso maggiore a contenuti legati a fonti autorevoli, facendo sempre più attenzione alle segnalazioni di foto o testi inappropriati.
Via i "bachi" dal sistema - L'obiettivo è quello di annientare fake news e contenuti online fuorvianti o messaggi d'odio. Gli utenti vengono coinvolti direttamente in particolare attraverso gli strumenti di feedback su due funzioni del motore: il completamento automatico delle ricerche, finito sotto accusa per aver dato anche suggerimenti razzisti e sessisti; e gli snippet, vale a dire frammenti, che estrapolano dal motore di ricerca brevi contenuti, tratti non sempre da siti pertinenti e autorevoli.
In collaborazione con gli utenti - Da ora in poi gli utenti potranno segnalare i testi dei suggerimenti e degli snippet indicando se li valutano violenti, offensivi, sessualmente espliciti, inutili o falsi.
Sono poi stati messi in campo cambiamenti riguardanti il sistema di posizionamento di una pagina nel motore stesso, che tiene conto di centinaia di fattori diversi, bilanciandoli tra oro. Anche in questo caso, con un peso maggiore al fattore autorevolezza. Attraverso questi accorgimenti, i contenuti di scarsa qualità saranno retrocessi e si eviteranno così problemi come quello scoppiato qualche mese fa sui risultati che negano l'Olocausto.
Privilegiare l'autorevolezza e la qualità - Altri cambiamenti riguardano il sistema di posizionamento di una pagina nel motore di ricerca che tiene conto e bilancia centinaia di fattori diversi. D'ora in poi al fattore dell'autorevolezza sarà assegnato un peso maggiore. Un modo per "far retrocedere contenuti di scarsa qualità" e per evitare "problemi" come quello scoppiato a dicembre sui risultati che negano l'Olocausto.
Risultati fuorvianti nello 0,25% delle ricerche - L'obiettivo sarà raggiunto a lungo termine, scrive Techcrunch.com, ma i cambiamenti messi in atto potranno dare qualche risultato anche in tempi brevi. Secondo quanto risulta a Google, si trovano contenuti "offensivi o gravemente fuorvianti" nello 0,25% dei casi di ricerche assolutamente "neutre". Una percentuale apparentemente bassa, ma che riguarda comunque un numero rilevante di naviganti. Ecco perché l'aggiustamento sul fronte della "qualità della ricerca" risulta fondamentale: dare maggiore peso ai siti di qualità significa assicurarsi più credibilità e minimizzare i rischi di "deviare" verso pagine ambigue o comunque poco attendibili. Le segnalazioni degli utenti non hanno riflessi diretti sul sistema di ricerca, ma aiutano chi gestisce il motore a identificare i possibili "bag" in cui l'algoritmo può incorrere dando come risultato contenuti offensivi o fake news.