L'infermiera trevigiana sospettata di aver finto di vaccinare i bambini ha cancellato i profili sui social, non risponde al cellulare e da due giorni non si presenta al lavoro. L'Asl 2 di Treviso non ha ricevuto alcuna spiegazione e l'assenza ingiustificata aggrava la sua posizione. La direzione, infatti, potrebbe licenziarla. Accertamenti anche all'Aas 3 "Alto Friuli", dove la donna aveva operato prima di arrivare a Treviso.
Frattanto proseguono le indagini, alle quali stanno lavorando anche i carabinieri di Treviso. Venerdì in Procura è atteso il direttore del servizio Igiene e Sanità pubblica dell'Asl 2, Giovanni Gallo.
La Procura valuta se riaprire l'inchiesta - Intanto la Procura valuta se riaprire l'inchiesta archiviata, o avviare di un nuovo fascicolo d'inchiesta sulla base dei nuovi elementi raccolti dall'Asl. La prima inchiesta sulla donna era stata archiviata dal Gip, su richiesta del pm, agli inizi dello scorso mese di marzo. Ora la Procura sta valutando se le nuove segnalazioni trasmesse dalla azienda sanitaria Asl 2 riguardanti il presunto comportamento infedele dell'infermiera contengano gli estremi per chiedere al Gip di riaprire il caso.
Asl sommersa dalle telefonate - Intanto la mole di chiamate al centralino dell'Asl ha costretto l'azienda a spostare ai telefoni da altri servizi 10 dipendenti, per far fronte all'emergenza. Scoppiato il caso, l'infermiera era stata trasferita proprio al centralino che fissa gli appuntamenti per i vaccini. Ma anche qui sarebbe venuta meno agli obblighi professionali, non prendendo le prenotazioni.