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Unicredit, addio Montezemolo: il 72% delle azioni in mano a fondi esteri

Nell'azionariato sarebbero presenti giganti quali BlackRock e Capital Research, ma sotto il 5%. Sopra questa quota solo l'arabo Aabar

SportMediaset

Nel giorno dell'addio di Montezemolo alla vicepresidenza, il fondo sovrano di Abu Dhabi, tramite Aabar Luxembourg, resta il principale socio al 5,038% di Unicredit dopo il maxi aumento di capitale del gruppo da 13 miliardi di euro chiuso a febbraio. È quanto emerge dalle risultanze del libro soci diffuse in occasione dell'assemblea degli azionisti. Il 72% del capitale di Unicredit, oggi, risulta in mano a fondi esteri: 62% in mano istituzionali, un altro 10% in mano a fondi sovrani.

I fondi azionisti con una partecipazione fra il 3 e il 5% sono esentati a comunicare la loro quota. Anche giganti del calibro di BlackRock e Capital Research sarebbero presenti nell'azionariato ma appunto, per la normativa, sono esenti dalla comunicazione (essendo la loro quota inferiore al 5%). Si sono diluite sotto la soglia del 2%, invece, le fondazioni bancarie Crt e Cariverona.

La partecipazione di Aabar, unico azionista sopra il 5% del capitale di Unicredit, dimostra che il fondo ha sottoscritto pro quota, come già era emerso informalmente, l'aumento di capitale della banca chiuso a febbraio.

Montezemolo rinuncia alla vicepresidenza - Luca Cordero di Montezemolo, rinunciando alla carica di vicepresidente del Cda di Unicredit, ha spiegato di aver preso questa decisione "in coerenza con l'evoluzione della governance della banca raccomandata dal comitato corporate governance, nomination and sustainability, da lui stesso presieduto, anticipando così una delle novità da attuare con il rinnovo del cda, e cioè la riduzione del numero di vicepresidenti ad uno".

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