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Il nostro corpo parla. Ecco come ascoltare quel che ha da dirci

Fare pace con noi stessi attraverso una maggior consapevolezza del nostro fisico: cambiare il rapporto con il corpo e la vita si può.

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Il rapporto che ci lega al nostro corpo è la metafora quotidiana del metterci in relazione con la nostra vita e può aiutarci a trovare una chiave per superare le nostre paure; spesso infatti i disagi alimentari sono la spia di qualcosa che si rompe nel profondo di noi stessi.

Basta la parola: dieta? Brrrrr! Se da anni cerchiamo di dimagrire, ma la sola parola "dieta" ci evoca l'immagine di un carcere, occorre cambiare radicalmente il modo in cui interpretiamo gli eventi: focalizzarci sugli aspetti positivi anziché solo su quelli negativi è fondamentale. Abbandoniamo la parola dieta e sostituiamola con un nuovo pensiero positivo, per esempio "stare in forma". Mettersi in relazione con un bisogno nuovo del nostro corpo sarà facilissimo.

Legittimo desiderio: lo sappiamo tutti: regole troppo ferree stimolano l'effetto opposto, generando un pensiero ossessivo su ciò che classifichiamo come "proibito". La parola d'ordine? Sostituire! Se abbiamo voglia di dolce è utile soddisfare questo desiderio senza eliminare, piuttosto virando su una versione altrettanto gustosa, ma meno calorica o genuina. Quando si abitua il corpo a nuovi sapori, lentamente si agisce sul tipo di stimolazione senza cambiare il risultato finale, così il nostro cervello tenderà ad associare il gusto relativo al dolce a cibi diversi, per esempio frutta, yogurt e frutta secca, decisamente più sani e ipocalorici.

Senza impegno: una semplice passeggiata all'aria aperta accelera il metabolismo, influisce sulla produzione di vitamina D, fondamentale nella prevenzione all'osteoporosi, e permette di riconnettersi con le nostre risorse interiori, favorendo un profondo rilassamento dell'organismo. Una mezz'oretta di attività fisica ogni giorno può bastare: la strada per andare in ufficio o il dopo cena sono ottimi pretesti per mettere il naso fuori casa.

Pensiero stupendo: nella società occidentale vengono ingurgitate enormi quantità di cibo, quasi sempre in modo del tutto inconsapevole, mentre I monaci zen hanno una regola per chi si trova nel ruolo del cuoco: pensare solo a ciò che si sta facendo. Mentre tagliamo, impastiamo, inforniamo osserviamo i nostri gesti perché stiamo creando il nutrimento per noi e la mostra famiglia. Un nuovo modo di vivere la nostra alimentazione, riflettere sul senso di gratitudine verso il cibo e la vita ci avvicina ai bisogni del nostro organismo e del nostro corpo.

Qui e ora: l'unico momento vero che abbiamo per agire, per fare la differenza, per vivere è il presente. Continuare a pensare al passato o proiettarsi nel futuro non serve a niente. Se ci lasciamo liberi di ascoltarci nel profondo scopriremo che il nostro corpo non è un nemico, inizieremo a fare pace con noi stessi e ritroveremo il gusto per la vitalità, il buon umore, l'energia.

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