Sono "circa 2,5 milioni le schede sospette" conteggiate nel referendum in Turchia, vinto di misura dal "sì" (51,4%) sostenuto dal presidente Recep Tayyip Erdogan. Lo ha detto la deputata austriaca di origini turche Alev Korun, membro della delegazione di osservatori dell'Osce. I sospetti, ha spiegato, nascono dal fatto che "la Commissione elettorale suprema (Ysk), contrariamente alla legge, ha accettato le schede senza timbro ufficiale".
Presentando ad Ankara le conclusioni preliminari della sua missione di osservazione elettorale, l'Osce ha sostenuto che la decisione dell'Ysk ha minato importanti garanzie contro i brogli, precisando che il voto in Turchia "non è stato all'altezza degli standard del Consiglio d'Europa".
Opposizione presenta ricorso contro il voto - Il principale partito di opposizione in Turchia, il kemalista Chp, ha presentato un ricorso formale alla Commissione elettorale suprema per chiedere "la cancellazione del referendum". Per le opposizioni, il numero dei voti contestati oscilla tra 1,5 e 2,5 milioni. "E' chiaro che la Commissione elettorale suprema non riceve il suo potere dal popolo, dalla legge o dalla Costituzione, ma da una specifica autorità politica", è l'accusa.
Parlamento prolunga lo stato di emergenza - Il Parlamento turco ha approvato il prolungamento di altri tre mesi dello stato d'emergenza in Turchia, decretato dopo il fallito golpe del 15 luglio 2016. Il rinnovo aveva già ricevuto lunedì sera il via libera del Consiglio dei ministri, su raccomandazione del Consiglio militare supremo, all'indomani della contestata vittoria del "sì" sostenuto da Erdogan al referendum sul presidenzialismo. Sotto lo stato d'emergenza, oltre 45mila persone sono state arrestate e più di 130mila epurate.