La domenica di Pasqua rappresenta un giorno speciale per tutta la cristianità. La Festa della Resurrezione del 2017 offre però un motivo in più per festeggiare: il 16 aprile il Papa emerito Benedetto XVI compie 90 anni. Il suo mandato è passato alla storia come "rivoluzionario" per le sue dimissioni, a lungo meditate e annunciate dopo l'inizio dell'anno della fede, l'11 febbraio 2013. La missione di Ratzinger, da teologo e da Pontefice, è sempre stata quella di ridare all'uomo contemporaneo il coraggio di credere in Cristo.
"Penso in particolare ai giovani: continuerò a dialogare, ascoltando le vostre attese, per aiutarvi ad incontrare sempre più in profondità Cristo". Era il 19 aprile 2005 quando il cardinale Joseph Ratzinger pronunciò queste parole nel suo primo intervento dopo l'elezione al soglio pontificio. Da allora lavorò a fondo per comunicare soprattutto ai giovani.
Il rapporto con i giovani - Alla Giornata mondiale della gioventù di Madrid del 2011 Benedetto XVI ha mostrato e impresso il proprio stile, puntando più su riflessione e preghiera e aumentando i momenti di adorazione silenziosa. Ma, come è accaduto durante il tornado che si è abbattuto sui ragazzi durante la veglia, essendo anche capace di relazionarsi con i giovani fuori cerimoniale o dal protocollo.
Un Papa spatentato - Nel rapporto con le nuove generazioni lo hanno certo aiutato le esperienze con i gruppi giovanili nella prima parrocchia in cui ha prestato servizio da giovane sacerdote, a Monaco nell'agosto del '51 e dall'autunno del '52 nel seminario di Frisinga. Da docente a Tubinga, dal '66, era solito invitare a mangiare con lui gli allievi, alcuni dei quali gli avevano regalato una bici usata e comprata all'asta per andare all'università dalla casetta vicino al lago Aasee. Non aveva la patente e a volte gli studenti lo riaccompagnavano a casa dopo le lezioni.
L'infanzia fra Hitler e la fede - Che la vita di Joseph Aloisius Ratzinger fosse segnata dalla vocazione era chiaro fin dalla sua nascita, avvenuta il Sabato santo dell'anno 1927, nella casa dei genitori a Marktl am Inn, in Baviera. Il padre era commissario di gendarmeria e proveniva da una modesta famiglia di agricoltori della diocesi di Passavia. Nel 1939, all'età di 12 anni, il futuro Papa Benedetto si iscrisse in seminario, che però fu chiuso soltanto tre anni più tardi. Dopo i 14 anni, nel 1941, Ratzinger fu iscritto nella Gioventù Hitleriana, come previsto da una legge che obbligava all'arruolamento tutti i giovani di età compresa fra i 14 e i 18 anni.
Il servizio militare - All'età di 16 anni, nel 1943, il giovane Joseph venne assegnato al personale di supporto alla Luftwaffe, l'aviazione militare tedesca, insieme a molti suoi compagni di classe. Fu assegnato per un anno ad un reparto di intercettazioni radiofoniche. Il 10 settembre 1944 la sua unità fu sciolta e poté fare ritorno alla sua famiglia, salvo poi essere trasferito al confine ungherese dell'Austria, annessa alla Germania nell'Anschluss, nel 1938. Qui fu incaricato di costruire le difese anticarro in preparazione dell'attesa offensiva dell'Armata Rossa.
Dopo la formazione di base nella fanteria, fu inviato insieme alla sua unità a compiere marce in alcune città tedesche cantando canti nazionalsocialisti per sollevare il morale della popolazione. Non fu mai inviato al fronte e durante tutto questo periodo non si trovò mai a partecipare a scontri armati.
Ratzinger disertore e prigioniero - Come egli stesso ricordò, nell'aprile del 1945 disertò una marcia. Le diserzioni erano molto diffuse durante le ultime settimane di guerra. Ratzinger riuscì ad evitare la fucilazione, prevista per i disertori, grazie ad un sergente che lo fece scappare. Con la disfatta tedesca e l'arrivo degli americani nella cittadina, Ratzinger fu identificato come soldato e fu recluso per alcune settimane in un campo degli Alleati come prigioniero di guerra. Venne rilasciato il 19 giugno 1945.
Le carriere ecclesiastica ed accademica - Terminata la guerra, Joseph poté dedicarsi alla carriera ecclesiastica. Dopo gli studi teologici e il presbiterato, insegnò in varie università tedesche e acquistò notorietà internazionale nel 1962, in occasione del Concilio Vaticano II. Le sue idee "rivoluzionarie" emersero dalle sue opere: ad esempio nel suo libro del 1968, "Introduzione al cristianesimo", scrisse che il Papa ha il dovere di sentire differenti voci all'interno della Chiesa prima di prendere una decisione e minimizzò la centralità del papato.
Il 24 marzo 1977 venne nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga da Papa Paolo VI ed il 28 maggio dello stesso anno ricevette la consacrazione episcopale. Pochi mesi dopo la nomina ad arcivescovo, il 27 giugno 1977 lo stesso Paolo VI lo creò cardinale, assegnandogli il titolo presbiterale di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino. Il 25 novembre 1981 papa Giovanni Paolo II lo nominò prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, l'organo della Santa Sede che si occupa di vigilare sulla correttezza della dottrina cattolica, carica che manterrà fino all'elevazione al soglio pontificio.