Ancora una volta una grande metropoli è scossa da un attacco al cuore. Questa volta è essere colpita è stata la Russia e San Pietroburgo dove un vagone della metropolitana è stato sventrato da un esplosione proprio nel giorno in cui Vladimir Putin era in zona per l'incontro con il collega bielorusso Alexander Lukashenko. Il bilancio (provvisorio) è di 14 morti e 49 feriti, di cui 12 gravi. L'attacco sarebbe opera di un kamikaze del Kazakhstan.
Queste le cifre diramate dal governo, anche se alcuni media locali di San Pietroburgo fanno salire a 14 vittime. E non è escluso che il bilancio si possa aggravare nelle prossime ore. La tragedia avrebbe potuto assumere proporzioni ben maggiori. Il vagone della linea blu del metrò è stato infatti sventrato mentre correva fra le stazioni Tekhnologicheskiy Insitut e Sennaya Ploshchad ma un secondo ordigno, mascherato da estintore, è stato rinvenuto in una terza stazione, la Ploshchad Vosstaniya, ed è stato disinnescato dagli artificieri: si trattava di una bomba ben più potente - un chilo di tritolo - di quella usata nel vagone della metropolitana ma di fattura simile, ovvero zeppa di "corpi lesivi" (biglie e chiodi mozzati) utilizzati per massimizzare l'impatto mortifero.
L'attentato sarebbe opera di un kamikaze, il 22enne Maxim Arishev, originario del Kazakhstan. Lo riporta il portale di San Pietroburgo Fontanka. Stando a una fonte delle forze dell'ordine, sentita da Interfax, sarebbe "l'unico responsabile" dell'attentato, che prima ha lasciato l'ordigno (inesploso) alla stazione di Ploshchad Vosstaniya e poi è salito sul treno della linea blu.
Putin, che ha parlato alle tv prima del suo incontro con Lukashenko, poco dopo l'attentato, ha espresso le "condoglianze" alle vittime e ha assicurato che le autorità stanno conducendo indagini a tutto campo. In serata si è poi recato sul luogo dell'attentato a depore un mazzo di fiori. Il Comitato Investigativo russo nel pomeriggio ha confermato di aver lanciato un'indagine per "terrorismo" ma ha sottolineato che ogni altra ipotesi verrà analizzata. Le piste privilegiate, a ogni modo, sono quella "estremista", dunque di matrice islamica, e quella "nazionalista".
Nel pomeriggio sui media era approdata l'immagine di un possibile responsabile, ripresa dalle telecamere di sicurezza: un uomo dalla carnagione olivastra, folta barba e copricapo nero. Insomma, l'identikit tipo dell'estremista islamico. L'ipotesi che si trattasse dell'attentatore è durata qualche ora. Il tempo che l'uomo si presentasse spontaneamente alla polizia spiegando di non aver nulla a che vedere con l'attentato.
Secondo Pavel Felgenghauer, esperto militare e di sicurezza, l'ipotesi più probabile è quella di un "attentato dell'Isis" benché per averne la certezza bisognerà attendere la rivendicazione. "Il timore - ha aggiunto - è che ci si trovi di fronte a uno 'sciame terroristico'". In quel caso le conseguenze politiche potrebbero essere "profonde". Il Paese, d'altra parte, e' appena stato scosso da un'ondata di proteste, in cui molti russi, in maggioranza giovanissimi, si sono scagliati contro la corruzione. "Le autorita' - ha concluso Felgenghauer - potrebbero voler sfruttare l'attentato per sopprimere ogni tentativo di manifestazione e ridurre al silenzio i dissidenti".
Dall'Italia, intanto, sono arrivati messaggi di cordoglio dal premier Paolo Gentiloni e dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che a giorni sarà in visita ufficiale a Mosca. Al momento non si ha alcuna segnalazione di italiani che non siano in contatto con le famiglie, ma per escludere con certezza il coinvolgimento di connazionali bisognerà probabilmente aspettare martedì.