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Sylvester Stallone: "Ho dovuto vendere il mio cane per mangiare"

Il divo racconta il periodo buio vissuto all'inizio della carriera

E' uno degli attori più famosi al mondo, ma anche Sylvester Stallone ha attraversato periodi difficili. Come ha raccontato su Instagram, nel 1971 era un giovane attore squattrinato e condivideva l'appartamento a New York con il suo cagnolino Butkus. Era così povero che fu però costretto a venderlo per 40 dollari. Riuscì a ricomprarlo solo alcuni anni dopo, grazie al successo di Rocky, per bene 15mila dollari ma "valeva ogni singolo penny!".

Su Instagram Sly ha infatti condiviso uno scatto datato 1971, in cui tiene in braccio un cucciolo. La fotografia nasconde una storia che sembra uscita da un film di Hollywood. "Questo sono io con Butkus da cucciolo. Eravamo entrambi magri, affamati e vivevamo in una topaia sopra una fermata della metropolitana. Questo appartamento aveva scarafaggi sia col caldo che col freddo. E comunque non c`era molto altro da fare che trascorrere il tempo insieme ed è lì che ho iniziato a studiare sceneggiatura" ha spiegato il divo.

Proprio in quella "topaia", in compagnia del suo amico a quattro zampe, è nata la sceneggiatura di "Rocky" premiato nel 1976 con ben tre Oscar: "Facevo affidamento sulla sua compagnia e, a dire il vero, è stata una sua idea quella di scrivere Rocky, ma non ditelo a nessuno".

"Anni dopo, quando le cose andarono peggio, lo dovetti vendere per 40 dollari perché non potevo comprarmi da mangiare. Poi, come in un miracolo moderno, riuscii a vendere la sceneggiatura di Rocky e potei ricomprarmelo. Il nuovo proprietario sapeva che ero disperato e me lo rivendette a 15mila dollari... Valeva ogni singolo penny!" ha concluso Stallone.

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