"Una gazza acrobata in stile Cirque de soleil, che volerà riempiendo lo spazio scenico". Ecco l'idea accattivante per il debutto al Teatro alla Scala di Gabriele Salvatores, chiamato a firmare la regia de "La Gazza Ladra", che debutterà il 12 aprile, con la direzione di Riccardo Chailly. Il capolavoro di Gioacchino Rossini, nato al Piermarini nel 1817 e mai più rappresentato a Milano dal 1841, torna così dopo 200 anni in un nuovo allestimento per otto recite.
La collaborazione tra Salvatores e Chailly è nata sotto il segno di Rossini: "il ritmo rossiniano è teatrale e - ha spiegato Chailly - ha una struttura ritmica inesorabile che, come spettatore, ho trovato nei lavori di Gabriele, che ho poi scoperto essere un appassionato di Rossini. Proprio sul ritmo ci siamo trovati".
Il regista milanese è partito da un problema: come rappresentare la gazza, il cui furto inguaia la serva Ninetta, fino a metterla in pericolo di vita? "La musica di Rossini sembra andare sopra i personaggi come un'entità superiore, mi ha fatto venire in mente le parole di Meir Shalev: 'gli uomini fanno i loro progetti e dall'alto gli dei sorridono della loro ingenuità'". Ha sottolineato il premio Oscar: "La gazza è femmina e in quanto tale non va tenuta in gabbia, il ruolo di noi uomini, è usare i muscoli per farla volare". Volerà davvero, al Piermarini, la gazza-regista, interpretata dall'acrobata Francesca Alberti.
Per quanto riguarda le sue scelte rispetto all'opera, il direttore ha scelto "l'esecuzione integrale, come quella andata in scena 200 anni fa: l'opera non richiede tagli, avrebbe perso il senso teatrale". Teatrale è anche il senso del lavoro di Salvatores: "Io ho iniziato nelle cantine dell'Elfo, ritrovarmi alla Scala mi fa piacere e me la gioco teatralmente: è teatro, non c'è nulla di cinematografico".