Giornata di protesta per i cittadini delle aree terremotate. Per diverse ore gruppi di manifestanti hanno bloccato la Salaria a Trisungo, frazione di Arquata del Tronto nelle Marche. "La ri-scossa dei terremotati" è lo slogan della protesta che oltre che nelle aree colpite dal sisma si è svolto anche a Roma, con sit-in di fronte alla Camera e al Senato.
"Ultimatum al governo" - "Questo è un ultimatum al governo: o entro una settimana incontreremo a un tavolo il governo, i capigruppo di Camera e Senato e il commissario Vasco Errani oppure bloccheremo l'Italia: basta parole, vogliamo fatti". E' il messaggio lanciato nel corso del presidio davanti a Montecitorio da alcuni comitati delle zone terremotate del centro Italia, tra cui "Quelli che il terremoto" e "La terra trema noi no".
Arrivati con fischietti e striscioni in rappresentanza di 131 Comuni, i portavoce del presidio hanno lamentato scarsa concretezza nella macchina della ricostruzione: "Ci manca una casa, ci manca una prospettiva, non c'è informazione. Nulla è operativo, i decreti non sono attuativi - hanno spiegato - manca la volontà. In sette mesi hanno portato 25 container travestiti da casette, e hanno fatto pure la sfilata. Non ci sono gli aiuti alle imprese. La scorsa settimana Gentiloni ha parlato di cose che non esistono: il miliardo l'anno nel decreto non c'è. Siamo stanchi di parole: se non otterremo risultati concreti bloccheremo il Paese".
Manifestazione in contemporanea in 10 Comuni - La protesta nelle aree terremotate si è svolta in contemporanea in 10 Comuni del cratere: "Tutta Italia è solidale con noi, vogliamo un cronoprogramma ufficiale - spiegano gli organizzatori -. Non ci dite che non ci stanno i soldi, perché per le banche i miliardi sono stati trovati in una notte. Hanno assunto 30 persone alla presidenza del Consiglio. Queste persone non meritano più rispetto, noi non vi amiamo, vi vogliamo mandare a casa, ridateci i nostri soldi".
Gentiloni: "Per il governo la ricostruzione è una priorità assoluta" - La risposta del governo arriva direttamente dalle parole del presidente del Consiglio: "Confermo, e si vedrà con l'approvazione del Def, che l'impegno per il terremoto è una priorità assoluta e l'affronteremo con l'impegno e le risorse necessarie", ha detto infatti Paolo Gentiloni.