Chi ancora sopravvive a Mosul Ovest, nei quartieri sotto il controllo dell'Isis, non solo rischia di morire di fame per carenza di cibo, ma di non avere i soldi per generi di prima necessità, i cui prezzi sono saliti alle stelle. Alcuni rifugiati riusciti a fuggire hanno rivelato che un chilo di zucchero costa fino a 20 dollari e una bombola di gas fino a 100. Per un chilo di riso servono 85 dollari e 25 per un po' di latte in polvere.
"Sotto l'Isis non c'era vita, semplicemente perché non c'era verso di trovare da mangiare: il prezzo di un chilogrammo di zucchero era arrivato all'equivalente di 20 dollari americani ed una bombola di gas domestico ha toccato addirittura la cifra proibitiva di 100 dollari", ha detto uno dei profughi che abitava nel quartiere Egheidat.
Un altro mostra alcune pietre nere, "un prodotto petrolifero che l'Isis vendeva: è combustibile e ci serve per cucinare", ma bruciarlo nelle case rende l'aria tossica, quindi lo si usa solo all'esterno. Altri hanno segnalato i prezzi proibitivi praticati dall'Isis: 10.000 dinari iracheni (l'equivalente di circa 85 dollari) per un chilo di riso; 25 dollari una scatola di latte in polvere; 15 per un litro di olio di vegetale, 14 per un chilo di farina e 8 per una scatola di conserva di legumi. Prezzi che quasi nessuno si può permettere, in una città che sta rischiando di morire di fame.