Dopo l'esame delle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza, sono scattati i primi due fermi per l'omicidio di Emanuele Morganti, picchiato a morte ad Alatri, nel Frusinate, per aver difeso la fidanzata in discoteca. Altri due provvedimenti sarebbero in arrivo, e oltre ai 7 già indagati per aver partecipato al pestaggio o per omissione di soccorso, restano al vaglio degli inquirenti le posizioni di altre persone, tra cui i buttafuori.
I due fermi - Secondo quanto riferisce Il Messaggero, i due fermi sono scattati lunedì sera al termine di un'intensa giornata di interrogatori e accertamenti sul posto nella piazza di Alatri dove Emanuele è stato picchiato a sangue. Dopo aver ascoltato diverse persone, gli inquirenti avevano già puntato l'attenzione su un gruppo di 9 persone, sin dall'inizio ritenute coinvolte, e sono state effettuate anche perquisizioni alla ricerca dell'arma utilizzata per colpire il giovane: si pensa possa essere stata una spranga, un crick, una mazza di ferro o un paletto, che però gli investigatori non sono ancora riusciti a trovare.
La zia: "Giustizia o ce la faremo da soli" - "Emanuele non si meritava tutto questo", ha raccontato tra le lacrime la zia del giovane ucciso a Il Messaggero. "Non si può morire a 20 anni. Devono marcire in carcere: vogliamo giustizia oppure ce la faremo da soli".
Lutto cittadino ad Alatri - Intanto Alatri piange un episodio di violenza inspiegabile, e l'amministrazione ha proclamato per oggi il lutto cittadino, mentre per stasera è stato organizzato un corteo per ricordare Emanuele Morganti, mentre mercoledì è in programma una manifestazione contro ogni tipo di violenza.