Una telecamera che si trova nella piazza di Alatri, il piccolo centro nel Frusinate dove è avvenuto il pestaggio a morte di Emanuele Morganti, avrebbe ripreso le fasi dell'aggressione. Grazie ai filmati sono già stati identificati gli appartenenti al branco e si sta ora cercando di ricostruire la dinamica. Nove le persone indagate. Morganti, 20 anni, è deceduto dopo due giorni di agonia.
Le persone individuate dagli inquirenti, che stanno ora vagliando le singole posizioni, sono sei italiani e tre albanesi: sarebbero quelli che avrebbero partecipato al pestaggio del giovane all'uscita da un locale della cittadina in provincia di Frosinone. Nell'aggressione risulterebbero coinvolti anche alcuni buttafuori. Tutti ripresi da una telecamera che inquadra ad ampio raggio l'intera piazza, e che potrebbe perciò aver filmato anche gli istanti dell'aggressione. Nella piazza si trovano anche alcuni uffici comunali.
Un amico ha tentato di difendere Emanuele - Secondo una testimonianza, c'è stata una persona che è intervenuta per difendere Emanuele. Un suo amico "ha tentato di fare scudo col suo corpo, si è gettato su di lui ma lo hanno massacrato, lo stavano linciando", dice un testimone. Massimo il riserbo sulla persona di cui si tratti. "Ha paura - dice chi conosceva Emanuele - ed è scioccato. Anche questo ragazzo infatti è stato assalito dal branco ed è stato poi costretto a ricorrere alle cure dei sanitari.
La fidanzata: "Non meritavi una morte così" - Ancora incredula la fidanzata di Emanuele, che sul suo profilo Facebook scrive: "Non riesco a realizzare tutto quello che è successo. Non meritavi tutto questo, non hai fatto niente di male. Una morte così". E aggiunge: "Ricordo uno dei tuoi ultimi messaggi di venerdì pomeriggio: 'ti amo più di ogni altra cosa'. Continuerò a ricordarlo per sempre, come continuerò a ricordare anche te. Ti amo e lo farò per sempre".
Il sindaco di Alatri: "Chi sa parli" - Sulla vicenda arriva un appello da parte del sindaco di Alatri, Giuseppe Morini, che afferma: "Chi sa parli. Invito tutti a dire la verità, a collaborare con gli inquirenti affinché al più presto vengano individuati i responsabili. Alatri non deve essere omertosa. Fuori da quel locale c'erano tante persone, ma nessuno ha fermato gli aggressori o contenuto la terribile barbarie, questo è terribile. Questa città è matura, ha una coscienza sociale. Mi stupisce che non siano intervenuti". Il primo cittadino ha però voluto ringraziare il ragazzo, rimasto anonimo, che secondo un testimone sarebbe intervenuto a difesa. E lo ha fatto parlando con il nonno della vittima.
Martedì Alatri si fermerà per una giornata di lutto cittadino. In serata una fiaccolata silenziosa e pacifica sfilerà per le vie della città.