Vaccino obbligatorio ai docenti? Sei su dieci dicono no
Intanto tra il personale scolastico più di due su tre hanno ricevuto almeno la prima dose
Il personale della scuola è stato da subito inserito tra le categorie che per prime avrebbero potuto ricevere il vaccino contro il Covid-19. Nonostante questo privilegio, però, secondo un sondaggio condotto da 'Tecnica della Scuola' negli scorsi giorni, che ha raggiunto oltre 3mila persone (di cui 1.600 insegnanti), più di 1.800 intervistati - il 59,5% - si sono schierati contro l’eventuale obbligatorietà del vaccino per il corpo insegnante. Un'ampia maggioranza, praticamente 6 su 10. Nonostante nel frattempo, come riporta il sito Skuola.net, la campagna vaccinale per il personale della scuola prosegua a un ritmo discreto.
Docenti contrari all’obbligo vaccinale
L'introduzione dell'obbligatorietà del vaccino per gli insegnanti, ipotesi che il Governo dovrà valutare qualora nelle prossime settimane una fetta consistente di essi si rifiutasse di sottoporsi all'immunizzazione, è dunque rispedita al mittente dai suoi destinatari. Circa 4 su 10, invece, gli intervistati che si sono detti d’accordo, mentre l’1% limiterebbe la somministrazione al corpo docente, quindi escludendo gli altri lavoratori della scuola (Ata, Dsga, presidi). Numeri che diventano ancora più rappresentativi se si scende nel dettaglio, soffermandosi sulla mansione svolta da coloro che hanno risposto al sondaggio: l’85% sono insegnanti, il 7% si definisce 'altro', (potrebbero dunque essere genitori o studenti, non chiamati in causa direttamente), mentre il restante 8% del campione è rappresentato da personale Ata o da dirigenti scolastici. Facendo un bilancio complessivo, è quindi lecito affermare che in molti tra i lavoratori scolastici non vedrebbero di buon occhio un possibile obbligo vaccinale, analogo a quello imposto dal governo al personale medico-sanitario e ai farmacisti.
I prof delle superiori i più sensibili al tema
Entrando ancora di più nel cuore del campione, tra i docenti che hanno risposto al sondaggio la maggioranza (49,1%) è composta da insegnanti di scuola primaria e media, docenti più esposti al rischio contagio, dato che a partire dal 7 aprile 2021 tutti loro dovranno tornare a scuola in presenza anche in zona rossa, almeno fino alla prima media. Il 41,2% è invece composto dai docenti delle scuole superiori, forse i più preoccupati in merito: in 1.200 hanno sentito il bisogno di dire la loro (la fetta più consistente, trattandosi di un solo grado scolastico), segno che il comportamento dei ragazzi di scuola superiore potrebbe essere percepito come più “pericoloso”. Infine il 9,7% delle risposte proviene dal grado di scuola dell'infanzia.
Aumentano gli insegnanti già vaccinati con la prima dose
Una parte del sondaggio particolarmente interessante, riguarda i vaccini già somministrati e quelli da somministrare. È stato fatto un netto passo avanti rispetto a un analogo sondaggio di una decina di giorni fa: sono, infatti, decisamente aumentati gli insegnanti che, tra quelli raggiunti dal sondaggio, si sono sottoposti almeno alla prima dose del vaccino AstraZeneca (il 41% di oggi contro il 30% della precedente rilevazione). Tuttavia, parallelamente, sono aumentate anche le risposte di chi afferma di non avere intenzione di vaccinarsi, forse perché tra quelli rimasti fuori dalla somministrazione resistono i più restii alla vaccinazione: oggi sono il 32% dei docenti rispondenti, contro il 10% di dieci giorni fa, quando quasi il 60% era in attesa della prima dose.
Vaccini ai docenti: le parole del rappresentante dei Presidi
A intervenire sul tema è stato anche Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei Presidi. Nonostante una discrepanza tra i dati in suo possesso e quelli ufficiali (ha indicato l'80% di vaccinati tra il personale scolastico, quando in realtà quelli a cui è stata data la prima dose sarebbero poco più del 68%), si è detto comunque soddisfatto dell'andamento delle vaccinazioni del personale scolastico. Il presidente dell'ANP ha poi parlato anche dell’idea di monitorare con frequenza la popolazione studentesca, per un rientro in sicurezza, come ipotizzato anche dal ministro della Scuola Bianchi, ma che non si è ancora concretizzata: “Credo che ci sia un problema logistico. - ha affermato Giannelli - Effettuare questo tipo di operazione su tutta la popolazione studentesca in presenza è un’operazione di grandi dimensioni. Da questo punto di vista, i numeri degli operatori e dell’organizzazione logistica credo non siano ancora sufficienti per condurla. Fatto sta che non si sta portando avanti, se non per realtà isolate”, ha concluso.
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