"Pensavo fossero urla di gioia, invece era l'inferno". Ricorda così alla stampa italiana Maurizio Stecca, 54 anni, ex campione olimpico e mondiale di pugilato, i momenti più drammatici dell'attentato di Westminster, a Londra. "Stavo là, è stato tutto come in un film: sono morti ai miei piedi", continua l'atleta oggi allenatore, nella capitale inglese per accompagnare gli Italia Thunder impegnati nelle World Series.
Proprio per presentare in pompa magna l'evento sportivo al quale gli azzurri partecipano, Stecca e i suoi erano ospiti del Parlamento britannico, quando di lì a pochi metri sono piombati morte e terrore. "A un certo punto abbiamo sentito delle urla che venivano dall'esterno e ci siamo precipitati fuori - ha continuato il campione italiano. - Anzi, ci hanno costretto a uscire, ma pensavamo fossero urla di gioia, invece erano di paura: c'era l'inferno".
"Mi sono ritrovato davanti la scena più raccapricciante della mia vita - sottolinea Stecca, - mi è sembrato di assistere a un film: io ero a cinque, dieci metri quando l'attentatore ha assalito con due coltelli due poliziotti di guardia al Parlamento, che sono disarmati. Sono rimasto impietrito: un agente rantolava davanti ai miei piedi, mi sono accorto che non c'era nulla da fare".
"Sono arrivati i rinforzi - conclude - e l'assalitore correva verso di noi che eravamo sulla porta di Westminster. Con incredibile sangue freddo, un poliziotto l'ha abbattuto con due, tre colpi e lui, indietreggiando, è finito per cadere vicino all'agente che aveva ucciso".