I giovani scafisti costretti dalle organizzazioni criminali a fare da "traghettatori" a natanti carichi di migranti agiscono "sotto stato di necessità, per questo non è configurabile per loro il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina". E' la linea della Procura di Catania, illustrata dal pm Carmelo Zuccaro di fronte alla commissione Schengen. La decisione fa seguito anche a pronunce del Tribunale del Riesame.
"Ong violano accordi di Ginevra, ma non sono perseguibili" - "Le ong non inseguono profitti privati, ma si rendono responsabili della violazione dell'art. 12 della Bossi-Fini?". E' la domanda che si è posto Zuccaro, annunciando che "appena si verificherà uno di questi casi verrà aperta un'inchiesta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina".
"Inchieste sul traffico di migranti sotto scacco" - "Dobbiamo registrare una sorta di scacco che la presenza di ong provoca all'attività di contrasto degli organizzatori del traffico di migranti", ha dichiarato ancora Zuccaro a Palazzo San Macuto. Il pm ha poi sottolineato come "l'intervento immediato delle navi delle ong fa sì che si rivelino inutili anche le indagini sui 'facilitatori' delle organizzazioni criminali, rendendo più difficili le indagini".
"Con ong i morti in mare non sono diminuiti" - Nonostante la presenza in mare di diverse navi di organizzazioni no profit, "il numero di migranti morti in mare durante naufragi non è diminuito. Anzi, adesso è più difficile avere numeri affidabili". "I naufragi - ha affermato il magistrato - una volta avvenivano in alto mare, in zone controllate da navi militari. Oggi non abbiamo più documentazione, perché abbiamo notizie soltanto dai sopravvissuti. E noi stimiamo che ci siano 500-600 persone che muoiono per ogni imbarcazione che affonda".
Il pm Andrea Bonono ha rilevato che "gli organizzatori, in gommoni cinesi di bassa qualità, stipano migranti fino all'inverosimile: alcuni muoiono schiacciati o annegati dentro il gommone stesso. Sono aumentati i viaggi in condizioni di rischio perché anche se il mare è molto mosso, i soccorsi non sono lontani e questo li induce a partire lo stesso".
Il procuratore ha spiegato che la "convenzione di Ginevra impone di portare le persone soccorse in mare nel porto più vicino, e questo non avviene". Zuccaro però poi ha precisato che tale condotta "non rappresenta una violazione penalmente perseguibile".
"Responsabilità della politica" - Per il pm "la magistratura applica le leggi" e un'eventuale inchiesta "non sarebbe la soluzione al problema". "Il resto - ha aggiunto rivolgendosi alla Commissione - è nelle vostre mani, è responsabilità della politica".