Mamma domani, ministro Costa: "Chi ha diritto al bonus avrà i soldi"
Ma è tensione con l'Istituto di previdenza. Il presidente Boeri aveva chiesto regole più chiare già dal 5 gennaio. Si rischiano ancora ritardi
Il diritto al bonus mamme non si perde. Lo assicura il ministro della Famiglia, Enrico Costa, spiegando che, nonostante i ritardi nel lancio della piattaforma per presentare le domande, il sostegno sarà assicurato alle donne che hanno i requisiti per potervi accedere. "Nessuno scaricabarile sulla pelle dei cittadini", dichiara dopo i ripetuti solleciti dell'Inps per rendere operativa la norma.
E precisa, come scrive "Repubblica": "Ho scritto all'Inps a dicembre, prima ancora che il bonus 'Mamma domani' entrasse in vigore, per chiedere di fare in fretta. E poi il dipartimento della Famiglia e il ministero del Lavoro hanno fornito tutto il supporto necessario per emanare la circolare operativa".
"Chi ha maturato il diritto al bonus in questi mesi potrà conseguire il sostegno", promette Costa. E ricorda: "Abbiamo fatto i salti mortali per fornire all'Istituto di previdenza la collaborazione che chiedevano, un'interlocuzione costruttiva", replicando all'Inps che dice di aver ricevuto indicazioni confuse: "Il tetto Isee non è mai stato contemplato per questo intervento. Abbiamo sempre detto che la misura sarebbe stata universale, per tutte le mamme, senza limiti reddituali. A fine gennaio c'erano già tutte le condizioni per costruire il percorso di attuazione".
"Mamma domani, il diritto c'è e sarà rispettato" - "Nel frattempo - prosegue - dall'Istituto previdenza abbiamo ricevuto rassicurazioni sul fatto che stavano preparando la piattaforma telematica per presentare le domande. Detto questo, l'importante ora è fare un gioco di squadra per attivare la misura. Ricordo che la circolare attuativa per il Bonus bebè arrivò a maggio. E che per il 'Mamma domani' il diritto acquisito rimane: tutte le neo-mamme dal primo gennaio 2017 hanno diritto alla prestazione".
Boeri: "Regole poco chiare" - Il presidente dell'Inps Tito Boeri aveva chiesto a Costa di chiarire i criteri di accesso già il 5 gennaio, in contemporanea con la presentazione della misura e lo stanziamento di 600 milioni di euro al fine, di "garantire l'operatività nel tempo più ravvicinato possibile". Il numero uno dell'istituto di previdenza faceva notare che il testo del ministero era stroppo generico e non permetteva di diventare pratica concreta. Non parlava di certificati, non definiva nel dettaglio le beneficiarie, insomma i parametri sulla base dei quali assengare i contributi. E soprattutto, Boeri diceva: fare in fretta.
Adesso, a più di due mesi di distanza, il ministro rassicura: le mamme avranno i loro soldi.
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