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Mezzago, lezione di musica in giardino e la Siae: "pagate"

In Brianza un funzionario dell'ente ha preteso che l'istituto pagasse perché i bambini di quarta elementare suonavano all'aperto. La protesta: "Ci vuole buon senso"

Mezzago, un comune alle porte di Monza, è in rivolta: non c'entrano però le solite beghe politiche o le incomprensioni tra cittadini. Perché questa volta l'intera popolazione si è alleata contro un funzionario della Siae che ha preteso i diritti d'autore, e quindi il pagamento, per una lezione di musica all'aperto da parte dei bambini della scuola elementare che, data la giornata di sole, volevano suonare in giardino. Indignate le reazioni dei familiari e del sindaco Giorgio Monti che hanno invocato una ragionevole dose di buon senso.

Il saggio del corso di musica, disciplina che a Mezzago ha una lunga tradizione tanto da avere un indirizzo specifico già alle medie, doveva essere un'occasione di festa ma si è trasformato in un episodio paradossale e sgradevole. I bambini di quarta elementare erano già pronti con i loro strumenti musicali in mano quando, a interrompere la "lezione aperta", è arrivato l'ispettore della Siae.

Niente "O Sole mio" per i piccoli. E nemmeno "O mia bella Madunina", ma un silenzio di tomba interrotto solo dalle voci incredule dei grandi che alle parole "musica diffusa, dovete pagare" sono insorti appellandosi al buon senso. Anche il preside dell'istituto, Franco Maria Franci, è intervenuto con una telefonata ai vertici della Siae spiegando che non c'era nulla da pagare perché quella doveva essere solo una prova di musica prima del concerto che, eccezionalmente, data la giornata, si era deciso si svolgesse in giardino, poco prima del rientro a casa pomeridiano.

E così la Siae ha chiesto scusa per la scrupolosità del suo funzionario, o più precisamente, per il suo fraintendimento perché la scuola in realtà non stava violando nessuna legge.

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